All'Ambasciata del Brasile a Roma per la prima volta una mostra individuale di Candido Portinari
Antonella Rita Roscilli
O Café (1935) Foto: Riproduzione
TESTO IN ITALIANO   (Texto em português)


                                                                                                                                          News Sarapegbe 8 de fevereiro de 2017
L' Ambasciata del Brasile in Italia, per la prima volta, ospita a Roma una mostra individuale di Candido Portinari (1903-1962), uno dei nomi più espressivi dell'arte moderna brasiliana del XX secolo, e figlio di emigranti italiani. Per iniziativa del Ministero della Cultura (MinC) e del Ministero degli Esteri (MRE), l'esposizione "Portinari, la mano senza fine - Collezione del Museu Nacional de Belas Artes di Rio de Janeiro” offrirà 26 opere dell'artista, che fanno parte del patrimonio del Museu Nacional de Belas Artes di Rio de Janeiro (MNBA), amministrato dall' Instituto Brasileiro de Museus (Ibram).

La mostra è stata inaugurata da S.E. Antonio de Aguiar Patriota, Ambasciatore del Brasile in Italia, e visitabile gratuitamente dall'8 febbraio al 22 aprile 2017, dal lunedì al venerdì h10-h18, nella Galleria che nel 1962 venne intitolata proprio al grande artista, nel Palazzo Pamphili di piazza Navona, storica sede dell'Ambasciata del Brasile in Italia.  

Secondo Mônica Xexéo, direttrice del MNBA, l'obiettivo è portare nella capitale italiana una parte significativa dell' opera di Portinari, dagli anni '30 fino agli anni '60: "La scelta di Portinari è importante, è uno dei maggiori artisti brasiliani del secolo passato, riconosciuto internazionalmente. Roma non aveva mai ricevuto finora una esposizione dedicata solo a lui. Così abbiamo incluso opere emblematiche come "O Café"(1935), un quadro fondamentale sul realismo sociale".

Nel 1935 il dipinto "O Café" venne premiato dal Carnegie Museum of Art di Pittsburgh, negli Stati Uniti,. Così Portinari fu il primo modernista brasiliano ad avere un riconoscimento internazionale. "O Café "è  di particolare importanza nella storia dei rapporti tra Italia e Brasile e nella biografia dello stesso Portinari, ma il suo percorso formativo viene raccontato da tutti i dipinti ad olio e i disegni esposti . Si tratta, tra gli altri, di illustrazioni per alcuni libri di scrittori brasiliani famosi quali Machado de Assis e José Lins do Rêgo. Bozzetti, oltre a disegni preparatori per murales, come i celebri pannelli “Guerra e Pace”, nel salone d’accesso alla Sala dell’Assemblea Generale dell'ONU  a New York.
 
Candido Torquato Portinari nacque il 29 dicembre del 1903 nella fazenda di caffè Santa Rosa. Era figlio di Domenica Torquato e Giovan Battista Portinari, due italiani che partirono da Chiampo (Veneto) e si trasferirono a Brodowski, nell’entroterra paulistano..Secondo di dodici figli, mostrò la sua vocazione artistica fin da piccolo, quando aiutò a decorare la chiesa della cittadina. Nel 1918 si trasferì a Rio de Janeiro. Studiò pittura e disegno nella Scuola Nazionale di Belle Arti  con artisti brasiliani come Lucilio Albuquerque e Baptista da Costa. Nel 1928 ricevette dal Salone Nazionale di Belle Arti un viaggio-premio all’estero per l’opera “Ritratto di Olegário Mariano”, che pure è presente nella mostra romana. Portinari viaggiò in diversi paesi europei, conobbe i capolavori di Giotto (ca.1266-1337) e le opere del maestro del Rinascimento Piero della Francesca (ca.1415-1492). Conobbe i grandi maestri che in quel periodo animavano la scena europea come Matisse (1869-1954), Modigliani (1884-1920), De Chirico (1888- 1978) e Picasso (1881-1973).

Rientrò in Brasile nel 1931. La sua ricerca pittorica derivava daí modernisti, si ispirava al Cubismo e al Surrealismo, ma non si allontanò mai dalla concezione di un'arte che fosse brasiliana. Le sue opere, dominate da tinte scure e terrose, spaziano su ricordi di infanzia, la povertà, il popolo brasiliano. Su invito dell’allora ministro brasiliano Rodrigo de Melo Franco, nel 1936 iniziò una serie di pannelli murali che illustrano i cicli economici del Brasile: pau-brasil, canna da zucchero, bestiame, estrazione mineraria, tabacco, cotone, erba mate, caffè, cacao, ferro, cera carnauba e gomma da allestire nel palazzo del Ministero dell’Educazione e Cultura del Brasile (MEC), importante testimonianza dell’architettura modernista a Rio de Janeiro. In questo lavoro, Portinari utilizzò i concetti propri della poetica del Rinascimento italiano. La sua ammirazione per l'opera di Piero della Francesca può essere osservata nei gesti fissi dei personaggi e nello sviluppo della figura in diversi momenti del lavoro. I murales sono stati un omaggio ai lavoratori, in particolare a quelli rurali.

Oltre ai pannelli, eseguì anche un progetto su piastrelle unendo motivi brasiliani della tradizione portoghese. Il suo avvicinamento alle tematiche sociali lo indusse a far  parte del Partito Comunista Brasiliano, candidandosi prima a deputato nel 1945 e poi al Senato nel 1947, senza però essere eletto. A causa della situazione politica in Brasile, andò in esilio con la sua famiglia in Uruguay, dove nel 1948 eseguì il capolavoro "Prima Messa in Brasile". Durante gli anni ‘50 il governo brasiliano indicò il suo nome al segretario generale delle Nazioni Unite per eseguire i due grandi pannelli “Guerra e Pace” nella sede dell’organizzazione a New York. Per queste opere Portinari ricevette il Premio Guggenheim e si affermò come uno dei più importanti artisti brasiliani della storia. Oltre alle opere monumentali e ai dipinti, venne invitato da intellettuali, editori e scrittori ad illustrare alcune opere letterarie, come “Memorie postume di Brás Cubas” e “L'Alienista”, di Machado de Assis (1839-1908) e l’edizione brasiliana di “Don Chisciotte della Mancia”, di Miguel de Cervantes.

Portinari morì il 6 febbraio 1962 a Rio de Janeiro, lasciando in eredità una ricca produzione artistica dalle caratteristiche moderne, ma soprattutto nazionali. Non ritrasse il carattere provinciale del Brasile, né il brasiliano idealizzato. "Era um uomo plurale e umanista. La nostra intenzione è proprio quella di ritrattare la brasilianità di un grande artista che mostrò i vari aspetti del Paese" conclude la direttrice Mônica Xexéo.

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Antonella Rita Roscilli. Brasilianista, giornalista, scrittrice e traduttrice. Da oltre venti anni si dedica alla divulgazione in Europa della cultura e attualità del Brasile oltre a quella dei Paesi dell’Africa di lingua portoghese e Portogallo, con articoli pubblicati nella stampa e nel modo accademico internazionale, oltre a convegni e conferenze. Laureata in Italia in Lingua e Letteratura Brasiliana, è in Brasile Mestra em Cultura e Sociedade, Mmbro della Academia de Letras da Bahia, (ALB) e dell'Istituto Storico Geografico (IGHB). Ideatrice nell'area documentaristica. E' biografa della memorialista brasiliana Zélia Gattai Amado, su cui ha pubblicato le opere Zélia Gattai e a Imigração Italiana no Brasil entre o sec. XIX e XX (ed. Edufba, 2016), apoiada pela FAPESB "Da palavra à imagem em “Anarquistas, graças a Deus” (ed. Edufba/Fapesb, 2011) e Zélia de Euá Rodeada de Estrelas (ed. Casa de Palavras, 2006), Ha curato in Italia la post-fazione dell’edizione di Un cappello di viaggio (ed. Sperling &Kupfer).

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TEXTO EM PORTUGUÊS   (Testo in italiano)

 

Roma recebe pela primeira vez uma exposiçao individual de Candido Portinari na Embaixada do Brasil
por
Antonella RIta Roscilli


                                                             
                                                              O Café (1935) Foto: Riproduzione


                                                                                                           News Sarapegbe 8 de fevereiro de 2017
A  Embaixada do Brasil na Itália, pela primeira vez, apresenta na cidade eterna uma exposição individual de Candido Portinari (1903-1962), um dos mais importantes nomes da moderna arte brasileira do  século XX, e filho de imigrantes italianos. Por iniciativa do Ministério da Cultura (MinC) e do Ministério das Relações Exteriores (MRE), a exposição "Portinari, la mano senza fine - Collezione del Museo Nazionale de Belas Artes"  vai apresentar 26 obras do artista, que fazem parte do património do Museu Nacional de Belas Artes, no Rio de Janeiro (MNBA), administrado pelo Instituto Brasileiro de Museus (Ibram). A exposição foi inaugurada por S.E. Antonio de Aguiar Patriota, Embaixador do Brasil na Itália. E' gratuita e aberta a visitação a partir de 8 de fevereiro de 2017 até 22 de abril de 2017, na Galeria que, desde 1962, foi intitulada ao grande artista, no Palácio Pamphili da Piazza Navona, histórica sede da  Embaixada do Brasil na Itália.

De acordo com Mônica Xexéo, diretora do MNBA, a idéia é trazer na capital italiana uma parte significativa da obra de Portinari, desde os anos '30 até os anos '60 do século passado:"A escolha de Portinari é importante, pois é um dos maiores artistas brasileiros do século passado, reconhecido internacionalmente. Roma nunca tinha recebido até agora uma exposição dedicada somente a ele. Por isso nós incluímos obras emblemáticas como "O Café" (1935), uma pintura fundamental sobre o realismo social ".

Portinari foi o primeiro modernista brasileira a ter reconhecimento internacional. Em 1935 "O Café" foi premiada pelo Carnegie Museum of Art di Pittsburgh, nos Estados Unidos. Esta pintura é de particular relevância na história das relações entre Itália e Brasil, e na biografia do próprio Portinari,. Na realidade todas as pinturas a óleo e desenhos apresentados em Roma, resumem a trajetória deste grande artista brasileiro. Destacamos, entre as outras, as ilustrações para livros de autores brasileiros famosos, como Machado de Assis e José Lins do Rego, bem como esboços preparatórios para murais, tais como os dois famosos painéis "Guerra e Paz", que fazem parte do Salão que dá acesso à Sala da Assembléia Geral das Nações Unidas em Nova Iorque.
 
Candido Torquato Portinari nasceu em 29 de dezembro de 1903, na fazenda de café Santa Rosa, no interior paulistano. Era filho de Torquato e Giovan Battista Portinari, um casal de italianos de Chiampo (Veneto), que emigraram para o Brasil, cidade de  Brodowski, estado de São Paulo. Segundo de doze filhos, Portinari mostrou desde criança a sua vocação artística, quando começou a ajudar na decoração da  igreja da cidade. Em 1918 se mudou para o Rio de Janeiro. Estudou pintura e desenho na Escola Nacional de Belas Artes, junto com artistas  como Lucilio Albuquerque e Baptista da Costa. Em 1928, graças a seu trabalho "Retrato de Olegário Mariano", que também está presente na exposição romana, recebeu do Salão Nacional de Belas Artes uma viagem-prêmio para o exterior. Foi assim que visitou vários países europeus, conheceu  as obras-primas de Giotto (ca.1266-1337) e as obras do mestre do Renascimento italiano Piero della Francesca (ca.1415-1492). Conheceu os grandes mestres que na época animavam o panorama europeu: Matisse (1869-1954), Modigliani (1884-1920), De Chirico (1888- 1978) e Picasso (1881-1973). Voltou ao Brasil em 1931. Sua pesquisa pictórica resultou dos modernistas, foi inspirada sim pelo cubismo e surrealismo, mas nunca se afastou do conceito de arte brasileira.

Suas obras, dominadas por cores escuras e terrosas, se inspiraram nas memórias da sua própria infância, na pobreza, no trabalho, no povo brasileiro. Em 1936, a convite do ministro brasileiro Rodrigo de Melo Franco, começou uma série de painéis que ilustram os ciclos econômicos no Brasil: pau-brasil, cana, pecuária, mineração, tabaco, algodão, erva-mate, café , cacau, ferro, cera de carnaúba e borracha para o edifício do Ministério da Educação e Cultura do Brasil (MEC), um importante testemunho de arquitetura modernista no Rio de Janeiro. Neste trabalho Portinari utilizou a poética do Renascimento italiano. Sua admiração pela obra de Piero della Francesca pode ser observada nos gestos fixos dos personagens e no desenvolvimento da figura em diferentes momentos da obra. Os murais foram uma homenagem aos trabalhadores, em particular os das zonas rurais. Além dos painéis, também trabalhou em  projetos juntando os motivos brasileiros com a tradição portuguesa. A sua abordagem às questões sociais levou-o a fazer parte do Partido Comunista Brasileiro, e se candidatou antes como deputado em 1945 e depois como senador em 1947, sem ser eleito. Por causa da situação política no Brasil, se exilou com a família no Uruguai, onde, em 1948, realizou a obra "Primeira Missa no Brasil".

Durante os anos '50 o governo brasileiro indicou seu nome para o  Secretário  Geral das Nações Unidas. Foi assim que  realizou os dois grandes painéis "Guerra e Paz, na sede da organização em Nova York. Por estas obras Portinari recebeu o Prêmio Guggenheim, resultando um dos mais importantes artistas brasileiros na história. Além de obras monumentais e pinturas, Portinari foi convidado por intelectuais, editores e escritores para ilustrar algumas obras literárias, como "Memórias Póstumas de Brás Cubas" e "O Alienista", de Machado de Assis (1839-1908) e a  edição brasileira de "Don Quixote", de Miguel de Cervantes. Portinari morreu 06 de fevereiro de 1962, no Rio de Janeiro, deixando uma produção artística rica por características modernas, mas principalmente nacionais. "Foi um homem plural e humanista." conclui a diretora Mônica Xexéo:"Este é mais um evento comemorativo dos 80 anos de criação do MNBA e é uma forma de reforçar os laços culturais entre os dois países". 


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Traduzione di A.R.R.
Antonella Rita Roscilli. Brasilianista, jornalista, escritora, pesquisadora e tradutora. Há mais de vinte anos vem se dedicando à divulgação na Europa da cultura do Brasil, além dos Países da África de idioma português e Portugal, com matérias publicadas na imprensa nacional e internacional e no mundo acadêmico, além de palestras. Formada na Itália em Lingua e Literatura Brasileira, Membro da Academia de Letras da Bahia (ALB) e do Instituto Geográfico Histórico (IGHB) no Brasil. e è Mestre em Cultura e Sociedade. Idealizadora na área documentaristica. Traduziu para o italiano artigos, contos e obras de autores quais Carlos Nejar, Sérgio Paulo Rouanet, Raul de Taunay, Zélia Gattai, Aleilton Fonseca, Florisvaldo Mattos, Cyro de Mattos. Biografa da memorialista brasileira Zélia Gattai, publicou sobre ela a obra literária: Zélia Gattai e a Imigração Italiana no Brasil entre o sec. XIX e XX (ed. Edufba, 2016),  com o apoio da FAPESB a obra Da palavra à imagem em “Anarquistas, graças a Deus” (ed. Edufba/Fapesb, 2011), e Zélia de Euà rodeada de estrelas (Ed. Casa de Palavras, 2006). Escreveu o posfacio da edição italiana de Um chapéu para viagem, (Un cappello di viaggio, ed. Sperling & Kupfer).