L'ANGOLO DELLA POESIA: "Parola" - "Italia mia, non te ne andare" - "Il sorriso"
Lorenzo Cioce
PAROLA
Soave bombardamento di lettere
dagli infiniti caratteri? Tv, radio, giornali,
magne aule, web; universo maldestro che plana
su di noi come fuoco su acqua. Messaggi da captare
note da spedire, idee da progettare.
Mi dispiace, Signora Parola,
io la voglio inventare, creare poiché pace
vince fra di noi nel
rabbioso dolce stupire, entrambi.
Non mi lasci tuttavia troppo pensar, la luna stasera
finalmente piena,
ci vuol danzatori di parole.
Noi, insieme, solo poesia sincera...
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Soave bombardamento di lettere
dagli infiniti caratteri? Tv, radio, giornali,
magne aule, web; universo maldestro che plana
su di noi come fuoco su acqua. Messaggi da captare
note da spedire, idee da progettare.
Mi dispiace, Signora Parola,
io la voglio inventare, creare poiché pace
vince fra di noi nel
rabbioso dolce stupire, entrambi.
Non mi lasci tuttavia troppo pensar, la luna stasera
finalmente piena,
ci vuol danzatori di parole.
Noi, insieme, solo poesia sincera...
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ITALIA MIA, NON TE NE ANDARE
Non sarai mia madre, non sarai mio padre,
né un amico, né una donna da corteggiare,
ma sei mia dalla nascita.
Vita, passione si coltiva nelle parole di un comico,
di un artista, di un giornalista, di un cantante,
di uno studente, di un immigrato, di un pensionato,
che sanno di te.
Se vuoi morire, se vuoi dire basta, portami
via con te, sola non ti lascio
sparire.
Tu, non vuoi lo so, in fondo il tuo spirito non nasce
dallo stato, che pur io servo da umile cittadino, ma
dalla cultura di cui oggi
si ha paura.
Non è tempo di sopravvivere, neanche di mangiare
sopra rifiuti di bellezze antiche, le tue, che ai miei
occhi son giovani come i miei desideri.
Rimani con me, culla della speranza
di molti figli, tuoi, che
non vogliono esser certo
l'ultima tua possanza.
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IL SORRISO
E' un sussurro, è un flebile carro nel cuore
è un mistero immenso
è a ciò che penso ogni buia notte
prima di cullarmi, solo nel mio letto.
E' vitale, è linfa, è orgoglio, motivo di superbia
e di timidezza come quando per la strada, una strada,
quella strada, questa strada ammiro la bocca tua
che ama spalancarsi e mostrare la propria verità.
Quella di un sorriso ricolmo di nuda felicità.
Poesie estratte dal libro "Lo Sprecainchiostro" di Lorenzo Cioce, a cura di Niccolò Carosi.
Collana “Hypnose” diretta da Marco Della Porta.
Fotografie di Stefano Delìa.
Ed. Terre Sommerse. Roma, c2012
www.terresommerse.it
Per gentile concessione dell'editore
Lorenzo Cioce. Roma, maggio del 1991. Siccome sapeva che il 16 di quel mese era il compleanno di Claudio Baglioni, Fiorello e Laura Pausini, Lorenzo Cioce scelse quel giorno per nascere e appena lo fece si addormentò anche perché non doveva andare a scuola. Cosa che fece poi intanto nei cinque anni delle elementari durante i quali aveva già praticato tutti gli sport possibili: basket, volley, tennis, nuoto, ping-pong, hockey su pista, baseball. Ne ha aggiunti altri tanto che il suo grande sogno resta ormai esordire alle Olimpiadi invernali nel curling. Il calcio? Ovvio, per lui croce (tiene anche per una squadra, il Bari, che regala più tribolazioni che soddisfazioni) e delizia (se la cava egregiamente in porta). Di professione, appunto, fa il ‘portiere letterato’, di proprietà del Dipartimento di Storia dell’Università La Sapienza, “ex secchione” proveniente dal Liceo classico Machiavelli. È il suo primo libro in versi (spreca)inchiostrati spesso in treno fra Roma e Campobasso, città spesso fredda, ma sempre mite d’animo come la nonna.
Per gentile concessione dell'editore
Lorenzo Cioce. Roma, maggio del 1991. Siccome sapeva che il 16 di quel mese era il compleanno di Claudio Baglioni, Fiorello e Laura Pausini, Lorenzo Cioce scelse quel giorno per nascere e appena lo fece si addormentò anche perché non doveva andare a scuola. Cosa che fece poi intanto nei cinque anni delle elementari durante i quali aveva già praticato tutti gli sport possibili: basket, volley, tennis, nuoto, ping-pong, hockey su pista, baseball. Ne ha aggiunti altri tanto che il suo grande sogno resta ormai esordire alle Olimpiadi invernali nel curling. Il calcio? Ovvio, per lui croce (tiene anche per una squadra, il Bari, che regala più tribolazioni che soddisfazioni) e delizia (se la cava egregiamente in porta). Di professione, appunto, fa il ‘portiere letterato’, di proprietà del Dipartimento di Storia dell’Università La Sapienza, “ex secchione” proveniente dal Liceo classico Machiavelli. È il suo primo libro in versi (spreca)inchiostrati spesso in treno fra Roma e Campobasso, città spesso fredda, ma sempre mite d’animo come la nonna.
TEXTO EM PORTUGUÊS (Testo in italiano)
PALAVRA
Suave bombardeio de letras
dos infinitos carateres? TV, radio, jornais,
magnas salas, web; universo desajeitado deslizando
sobre nós, igual a fogo em água. Mensagens pra pegar
notas pra enviar, idéias pra projetar.
Sinto muito, Senhora Palavra,
Eu quero te inventar, criar, porque paz
ganha entre nós em
raivoso doce surprender, os dois.
Não me deixe, porém, pensar demais, a lua na noite
finalmente cheia,
nos requer dançarinos de palavras.
Nós, juntos, só poesia sincera ...
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ITÁLIA MINHA, NÃO VÁ EM BORA
Você não será minha mãe, você não será meu pai,
nem um amigo, nem uma mulher para cortejar
mas você é minha desde que nasci.
Vida, paixão, se cultiva nas palavras de um comediante,
um artista, um jornalista, um cantor,
um estudante, um imigrante, um aposentado,
que sabem de você.
Se você quer morrer, se você quer dizer chega, apenas me leve
com você, sozinha não te deixo
sumir.
Você não quer, eu sei, no fundo seu espírito não nasce
do estado que, eu sirvo como humilde cidadão, mas
da cultura da qual hoje
se tem medo.
Não é tempo de sobreviver, nem mesmo de comer
acima de resíduos das antigas belezas, as suas, que aos meus
olhos são tão jovens quanto os meus desejos.
Fique comigo, berço da esperança
de muitos filhos, seus, que
não querem ser
a última sua força.
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O SORRISO
É um sussurro, uma carroça leve dentro do coração
é um mistério imenso
é nisso que penso em cada oscura noite
antes da calmaria, sozinho no meu leito.
E' vital, è seiva, é orgulho, motivo de soberbia
e timidez, como quando pela rua, uma rua,
aquela rua, esta rua, eu admiro a boca sua
que gosta de se escancarar e mostrar sua verdade.
A de um sorriso repleto de felicidade nua.
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Faz parte da obra "Lo sprecainchiostro" de Lorenzo Cioce, com curadoria de Niccolò Carosi.
Coletânea “Hypnose” dirigida por Marco Della Porta. Fotografias de Stefano Delìa.Ed. Terre Sommerse. Roma, c2012. www.terresommerse.it Agradecimentos ao editor pela concessão
Traduzione in portoghese di Antonella Rita Roscilli
Lorenzo Cioce. Roma, maio de 1991. Sabendo que no dia 16 daquele mês era o aniversário dos cantores italianos Cláudio Baglioni, Fiorello e Laura Pausini, Lorenzo Cioce escolheu justamente aquele dia para nascer. Logo caiu no sono, porque ainda não devia ir para a escola. Coisa que fez depois, durante os cinco anos de escola primária. Mas, no entanto, praticou todos os esportes possíveis: basquete, vôlei, tênis, natação, tênis de mesa, hóquei em patins, beisebol. Adicionou ainda outros esportes, de modo que o seu grande sonho agora é começar os Jogos Olímpicos de Inverno de curling. O futebol? Claro que adora. Para ele è um prazer, pois è bom goleiro, mas è também uma dor, torcendo ele para o time italiano do Bari, que oferece mais tribulações do que satisfação. Por profissão, justamente, faz o "goleiro literato". E' de propriedade do Departamento de História da Universidade La Sapienza de Roma. E' "ex-estudante dedicado" do Liceo Classico Macchiavelli. Este è sua primeira obra em versos, "sprecainchiostrati" muitas vezes durante a viagem de trem entre Roma e Campobasso, cidade que no inverno è gelada, mas è sempre de alma suave, como a da avó de Lorenzo.