Papa Francesco e la canonizzazione di Suor Dulce, l'Angelo buono di Bahia
Antonella Rita Roscilli
TESTO IN ITALIANO   (Texto em português)

                                                                                                                                               News Sarapegbe, 10 ottobre 2019
Durante il mese di ottobre 2019, dedicato al Sinodo dei Vescovi per la Regione Panamazzonica, Papa Francesco, per la prima volta nella storia della Chiesa cattolica, proclamerà santa una suora che proviene dal Brasile, prima brasiliana nata in suolo brasiliano a essere canonizzata. Un evento storico per il quale il 13 ottobre le campane della Basilica in Piazza San Pietro risuoneranno insieme ai canti dei tanti fedeli cattolici brasiliani provenienti in maggioranza da Salvador Bahia. Nella stessa giornata, prima della canonizzazione ci sarà una presentazione dei cantanti Margareth Menezes, Waldonys e padre Antônio Maria, accompagnati da José Mauricio Moreira.

Il 13 ottobre si celebra anche la 24a Festa de Aparecida e perciò la Comunidade Brasileira Nossa Aparecida a Roma, insieme alla Missione Latino Americana, inviterà tutti nel pomeriggio per una Messa nella Chiesa di Santa Maria della Luce dove sarà ufficialmente deposta una reliquia de Suor Dulce, la Madre dei Poveri di Bahia. Il giorno successivo verrà celebrata la prima Messa in onore della Santa nella Basilica di S. Andrea della Valle, alle ore 10 (c.so Vittorio Emanuele II), presieduta dall'Arcivescovo di Salvador Bahia e Primate del Brasile dom Murilo Krieger.

Dopo il 13 ottobre 2019, quindi, Suor Dulce sarà nota a tutti come Santa Dulce dos Pobres (Santa Dulce dei Poveri). Figlia del chirurgo dentista Dr. Augusto, Dulce nacque con il nome Maria Rita de Souza Brito Lopes Pontes a Salvador Bahia il 26 maggio 1914, in quella porzione di America Latina dove sorgono i paesi del nordest dell'immenso Brasile. All'età di 13 anni la portarono a visitare le zone più povere della sua città, e questo risvegliò in lei una grande sensibilità. A 18 anni entrò nella Congregazione delle Suore Missionarie dell'Immacolata Concezione della Madre di Dio, dove venne chiamata Dulce. Una delle ispirazioni per la sua vocazione fu la vita di Santa Teresina del Bambin Gesù.

I suoi piccoli atti d'amore si tradussero presto in grandi opere sociali, e suor Dulce fondò l'unione dei lavoratori di San Francesco, un movimento cristiano di operai a Bahia. Nel 1939 accolse persone malate occupando cinque case abbandonate alla Ilha do Rato (isola del topo), una delle zone più degradate del quartiere più povero di Salvador Bahia. Dopo lo sfratto, trasferì la struttura di accoglienza in un ex mercato del pesce, ma il Comune la costrinse ad abbandonare anche quel luogo.

Per accogliere più di 70 persone che avevano bisogno di assistenza medica, rimase il pollaio del convento in cui viveva, che trasformò ben presto in un ospedale improvvisato, dopo aver avuto il benestare dalla superiora. Ebbe inizio così un'altra delle sue fondazioni: l'ospedale Sant'Antonio, che venne  inaugurato ufficialmente nel maggio 1959 con 150 posti letto. Attualmente riceve 3.000 pazienti al giorno. Oggi le sue fondazioni sono note con il nome di Opere Sociali di Suor Dulce (Obras Sociais Irmã Dulce, Osid), e operano come ente privato di carità sotto le leggi brasiliane.

Tra queste c'è anche il Centro di Istruzione di Sant'Antonio, situato nella regione di Simões Filho,  sempre nello Stato di Bahia. Per questa sua incessante opera di carità, nel 1988 fu candidata al Premio Nobel per la pace con l'appoggio del presidente del Brasile José Sarney e di Silvia, regina di Svezia.   
Nei successivi 30 anni della sua vita, la salute di suor Dulce divenne fragile. Le rimase solamente il 30% delle capacità respiratorie.

Nel 1990 iniziò a peggiorare, e per 16 mesi rimase in ospedale, dove ricevette la visita di Papa Giovanni Paolo II, con il quale già dieci anni prima aveva avuto un'udienza privata nel corso di un viaggio del Papa in Brasile. Venne poi trasferita al convento di Santo Antonio, dove morì il 13 marzo 1992. Migliaia di persone costrette a vivere in condizioni di estrema povertà si riunirono per darle l'ultimo saluto. Il suo corpo venne poi trasferito nella chiesa dell'Immacolata Concezione della Madre di Dio, dove si è scoperto che è rimasto incorrotto in modo naturale.

Il miracolo per la sua beatificazione è avvenuto nel 2001, quando Cláudia Cristiane Santos, che oggi ha 42 anni, è sopravvissuta a un'emorragia incontrollabile dopo aver partorito. I medici avevano perso ogni speranza, ma quando i suoi familiari chiesero l'intercessione di suor Dulce, in una catena di preghiera guidata da padre José Almí de Menezes, l'emorragia si fermò immediatamente. Questo fatto è stato la conferma di una vita virtuosa, centrata sulla preghiera e sulla carità, partendo dalle cose più piccole. “Su esempio di Santa Teresina – scrive dopo l’ingresso in convento - penso che devono essere graditi al Bambino Gesù tutti i piccoli atti d'amore, per quanto piccoli possano essere”.

Lo scrittore brasiliano Jorge Amado in un famoso libro, quasi profeticamente, tanti anni fa scriveva: "Suor Dulce: oggi santa nella gratitudine dei poveri, domani, con certezza canonizzata dal Vaticano". Suor Dulce è chiamata anche Angelo Azzurro degli Alagados, una gigantesca favela di palafitte e case fatiscenti dove fino agli anni '70 del secolo XX vivevano circa 100.000 persone in situazioni precarie, nella parte povera della capitale dello stato di Bahia.

"Suor Dulce è il maggiore esempio di solidarietà cittadina conosciuto dai brasiliani. Grazie alla sua fede e al suo Amore per il prossimo sarà proclamata Santa dimostrando a tutti che non basta stare confinati in una chiesa, pregando o digiunando, ma bisogna agire per diminuire i suoli aridi della disuguaglianza nella propria comunità, nella propria città, e nel mondo, seminando solidarietà, portando in giro amore e promuovendo chi ha bisogno di noi. Questa è la nostra contropartita se vogliamo Dio nelle nostre vite". A pronunciare queste frasi è Valber Carvalho, un giornalista e scrittore baiano, che da anni si sta dedicando a scrivere l'opera più completa sulla vita di colei che sarà chiamata Santa Dulce dei Poveri.

L'opera di Valber Carvalho sarà composta di circa 400 pagine in due volumi ed ha il titolo provvisorio di "Irmã Dulce, a Biografia de uma santa". L'uscita del primo volume è previsto per la fine del 2019 e andrà ad arricchire sul mercato editoriale nazionalmente e internazionalmente le poche opere finora pubblicate su questa suora baiana. Dopo la cerimonia di canonizzazione in Vaticano, in Brasile i devoti di Irmã Dulce dos Pobres potranno partecipare alla prima Messa in suo onore che verrà celebrata il 20 ottobre 2019 nell' Arena Fonte Nova di Salvador Bahia dall'Arcivescovo di Salvador Bahia e Primate del Brasile Dom Murilo Krieger, oltre ad un grande spettacolo con vari artisti.

L' alto esempio di aiuto alle persone in situazione di bisogno, l'Amore che Suor Dulce nutriva per il prossimo, la concretezza della sua azione, deve rimanere vivo come una Luce. “L'amore supera tutti gli ostacoli, tutti i sacrifici”, diceva. Suor Dulce ha sempre scelto la via delle risposte concrete usando anche qualche gesto esplicito rispetto a situazioni inaccettabili di ingiustizia sociale che vedeva nella sua città.      L' augurio è che, oltre ad omaggiarla, si insegnino e si divulghino sempre i valori che ha lasciato Suor Dulce, affinchè molti possano seguire il suo esempio in un paese ancora segnato da tante contraddizioni e disuguaglianze sociali.   
 
 

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TEXTO EM PORTUGUÊS   (Testo in italiano)

Papa Francisco e a Canonização de Irmã Dulce, o Anjo bom da Bahia
por
Antonella Rita Roscilli

                                                           
                                                                                                                                                                     News Sarapegbe 10 ottobre 2019
Durante o mês de outubro de 2019, dedicado ao Sínodo dos Bispos para a Região Pan-Amazônica, o Papa Francisco proclamará santa, pela primeira vez na história da Igreja Católica, uma irmã que vem do Brasil, primeira brasileira nascida em solo brasileiro, a ser proclamada santa. Um evento histórico por causa do qual os sinos da Basilica da Praça de São Pedro ressoarão alto, juntos com as cantigas dos tantos fiéis católicos brasileiros, muitos deles provindos de Salvador Bahia. Antes da cerimônia de canonização de, haverá uma apresentação dos cantores Margareth Menezes, Waldonys e P.e Antônio Maria, acompanhados por José Mauricio Moreira.

Sempre no dia 13 de outubro, se comemora a 24ª Festa de Aparecida. Portanto, a Comunidade Brasileira Nossa Aparecida em Roma, juntamente com a Missão da América Latina, convidará todos a participar durante a tarde na Missa da Igreja de Santa Maria della Luce, onde oficialmente será entronizada uma relíquia de Irmã Dulce, Mãe dos Pobres da Bahia. No dia 14 de outubro, a primeira missa em honra da Santa serà às 10h, na Basílica Sant’Andrea della Valle (em Corso Vittorio Emanuele II - Roma). A celebração será presidida pelo Arcebispo de Salvador e Primaz do Brasil, Dom Murilo Krieger. 

Depois de 13 de outubro de 2019, Irmã Dulce será conhecida por todos como Santa Dulce dos Pobres (Santa Dulce dei Poveri). Filha do cirurgião dentista dr. Augusto, nasceu em 26 de maio de 1914 com o nome de Maria Rita de Souza Lopes Pontes, em Salvador Bahia, naquela parte da América Latina onde estão localizados os estados do nordeste brasileiro. Aos 13 anos de idade, um dia, as tias a levaram para visitar as áreas mais pobres de sua cidade, e isso despertou nela uma grande sensibilidade. Aos 18 anos de idade, ingressou na Congregação das Irmãs Missionárias da Imaculada Conceição da Mãe de Deus, onde passou a se chamar Dulce.

Uma das inspirações de sua vocação foi a vida de Santa Teresa do Menino Jesus, seus pequenos atos de amor logo foram traduzidos em grandes obras sociais, e Irmã Dulce fundou o sindicato dos trabalhadores de São Francisco, um movimento cristão de trabalhadores na Bahia. Depois começou a acolher as pessoas doentes, ocupando cinco casas abandonadas na Ilha do Rato, uma área abandonada no bairro mais pobre de Salvador Bahia.

Após o despejo, transferiu a instalação de recepção para um antigo mercado de peixe, mas o município a obrigou a deixar esse local também. Para acomodar mais de 70 pessoas que precisavam de assistência médica, só ficou o galinheiro do convento em que ela morava, e que logo se transformou em um hospital improvisado. Assim começou uma outra das suas fundações: o hospital Santo Antonio, que foi oficialmente inaugurado em maio de 1959 com 150 leitos.  

Atualmente, recebe 3.000 pacientes por dia. Hoje em dia, suas fundações são conhecidas como Obras Sociais da Irmã Dulce (Obras Sociais Irmã Dulce, Osid) e funcionam como uma instituição de caridade privada, sob a lei brasileira. Entre elas está o Centro Educacional Santo Antônio, localizado na região de Simões Filho, também no estado da Bahia. Por esse incessante trabalho de caridade, em 1988 Irmã Dulce foi indicada ao Prêmio Nobel da Paz com o apoio do Presidente do Brasil José Sarney e de Silvia, rainha da Suécia.

Nos 30 anos de vida seguintes Irmã Dulce começou a adoecer até chegar apenas ao 30% da sua capacidade respiratória. Em 1990, devido a pioras, durante 16 meses permaneceu no hospital, onde recebeu a visita do Papa João Paulo II, com quem ela já teve uma audiência privada uma década antes, durante uma viagem do papa ao Brasil. Após um tempo, foi transferida para o convento de Santo Antonio, onde morreu em 13 de março de 1992. Milhares de pessoas forçadas a viver em condições de extrema pobreza se reuniram para lhe dar o último adeus. Seu corpo foi posteriormente transferido para a Igreja da Imaculada Conceição da Mãe de Deus, onde foi descoberto que permaneceu naturalmente incorrupto.

O milagre de sua beatificação ocorreu em 2001, quando Cláudia Cristiane Santos, hoje com 42 anos, sobreviveu a uma hemorragia incontrolável após o parto. Os médicos haviam perdido toda a esperança, mas quando sua família pediu a intercessão da Irmã Dulce, em uma cadeia de oração liderada pelo padre José Almí de Menezes, o sangramento parou imediatamente. Esse fato foi a confirmação de uma vida virtuosa, centrada na oração e na caridade, começando pelas coisas pequenas. "A exemplo de Santa Teresina - ela escreve depois de entrar no convento - acho que todos os pequenos atos de amor, por menores que sejam, devem ser apreciados pelo Menino Jesus".

Irmã Dulce também é chamada de Anjo Azul dos Alagados, uma favela gigantesca feita com palafitas e cabanas onde acerca de 100.000 pessoas viviam em situações precárias, na capital do estado da Bahia, até a década de 1970.

"Dulce é o maior exemplo de solidariedade cidadã conhecida pelos brasileiros. Graças à sua fé e amor pelos outros, ele será proclamado santa, mostrando a todos que não basta ficar confinado em uma igreja, rezando ou jejuando, mas devemos agir para diminuir a desigualdade árida em sua própria comunidade, em sua própria cidade e no mundo, semeando solidariedade, levando amor e promovendo aqueles que precisam de nós. Esta é a nossa contrapartida se queremos Deus em nossas vidas": a pronunciar estas densas frases è Valber Carvalho, jornalista e escritor soteropolitano, que há anos vem se dedicando a escrever a obra mais completa sobre a vida da Irmã que será chamada de Santa Dulce dos Pobres.

A obra de Valber Carvalho terá cerca de 400 páginas em dois volumes, e conta com o título provisório "Irmã Dulce, a Biografia de uma santa". O lançamento do primeiro volume está previsto para o final de 2019 e com certeza ajudará muito, nacional e internacionalmente, para um maior conhecimento da vida e obra de Santa Dulce dos Pobres, enriquecendo o mercado editorial das poucas obras até agora publicadas sobre Irmã Dulce.

Após a cerimônia de canonização no Vaticano, os devotos de Irmã Dulce dos Pobres, no Brasil, poderão participar na Arena Fonte Nova de Salvador, à primeira Missa em sua homenagem que será celebrada em 20 de outubro de 2019 pelo Arcebispo de Salvador e Primate do Brasil Dom Murilo Krieger, bem como um grande show com vários artistas.
O grande exemplo em ajudar as pessoas que viviam em situação de pobreza, suas ações concretas, o Amor que Dulce nutriu pelos outros deverá permanecer vivo no Tempo e iluminar com sua Luz a vida das pessoas.

Dulce sempre escolheu o caminho das respostas concretas, também usando algum gesto explícito em relação a situações inaceitáveis de injustiça social que ele via em sua cidade. "O amor supera todos os obstáculos, todos os sacrifícios", dizia. Assim, a esperança é que, além das belas Homenagens, seja sempre ensinado e divulgado o legado que ela deixou, para que muitos possam seguir seu exemplo, em um país ainda marcado por tantas contradições e desigualdades sociais.



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