Freire concepisce gli esseri umani come esseri di ricerca, esseri aperti, esseri incompiuti e consapevoli della loro incompletezza, la cui vocazione ontologica e storica è quello di essere di più, è
umanizzare sè stessi. Gli oppressi - categoria sociologica attraverso la quale rappresenta, nella dialettica oppressore-oppressi, persone, gruppi, classi sociali e popoli sottomossi a varie forme di violenza fisica, culturale e politico-economica - è l'essere umano ridotto, nella relazione di oppressione, a "quasi cosa", a un ospite dell' oppressore dell'ospite, un essere doppio e inautentico, per il quale, essere è somigliare all'oppressore.
Così la lotta degli oppressi contro l'oppressione - e di quelli che si solidarizzano con loro attraverso questa lotta - costituisce un atto di amore. Un impegno umanista. Nella sua esistenza l'essere umano si relaziona con il mondo, comunica con un linguaggio che esprime la sua esperienza concreta della realtà vissuta e consente l'impegno nelle varie circostanze. Questa esperienza fornisce l'esercizio del dialogo, che si realizza mediato dalla realtà, dal mondo. Il dialogo come un incontro di soggetti che pronunciano il mondo, è la comunione di coloro che cercano di saperne di più.
Nell'esperienza di dialogo, Paulo Freire unisce i concetti di
incontro (soggetti), la
comunione (tra esseri umani) e l'esperienza
comunitaria, concetti radicati nella matrice semitica del suo umanesimo. Attraverso il dialogo, tra sé e con il mondo, gli esseri umani si storicizzano, diventano integrati alla loro realtà, agenti nel loro contesto. Il dialogo agisce come strumento di promozione della coscienza critica, della autonomia e della responsabilità del soggetto - che sono massime esisenziali acquisite con le esperienze concrete, rese possibili grazie all'ampliamento della partecipazione e attuazione nella vita della comunità, della ingerenza nella vita delle organizzazioni comunitarie e delle istituzioni pubbliche, come la scuola locale.
L'istruzione, nel promuovere il percorso dall'eteronomia all'autonomia, attraverso l'apprendimento del dialogo, adempie al suo compito di innalzare il livello di consapevolezza delle tematiche inerenti i problemi del suo tempo e il suo spazio: diventa educazione organica. In relazione all'organicità con lo spazio e l'epoca, rende possibile il prosizionarsi critico, cosciente, davanti al contesto, in modo che il soggetto possa intereferire, modificandolo. In questo senso, l'educazione diventa strumentale e l'emancipazione del soggetto corrisponde all'azione di "aiutarlo ad aiutare sé stesso", cioé aiutarlo nello sviluppo della sua coscienza critica davanti ai suoi problemi e ai problemi della sua comunità.
Nel lavoro di Paulo Freire il concetto di liberazione degli oppressi è l'equivalente politico della promessa moderna di emancipazione dell'individuo. In questo senso, sul piano storico-politico si riferisce alla constatazione di una realtà oppressiva e alla contraddizione oppressore-oppresso. Il piano del soggetto, il concetto di liberazione degli oppressi corrispondono a quello della umanizzazione. Nella lotta contro l'oppressione che è il compito umanista e storico degli oppressi, questi diventano "restauratori di umanità" di sé stessi, cioè gli oppressi, ma anche degli oppressori.
In questo cambiamento concettuale contribuiscono la sua formazione cattolica, il suo umanismo di matrice semitica e l'applicazione della dialettica marxista nella elaborazione della sua teoria critica. La parola pronunciata è
praxis quando la sua autenticità si riferisce all'azione che trasforma il mondo. La parola inautentica, cioè, quella la cui pronuncia non trasforma la realtà, indica la persistenza della dicotomia stabilita tra le due componenti della parola. Secondo Paulo Freire, l'azione e la riflessione sono due dimensioni della parola, così solidarie tra loro che, se sacrifichiamo l'una, l'altra ne risente.
Per esprimere il significato di questa unità dialettica Paulo Freire coniò un nuovo vocabolo: "Così come non è possibile il linguaggio senza pensiero e linguaggio-pensiero senza il mondo cui si riferiscono, la parola umana è più di un semplice vocabolo: è parolazione" (1977, p.59). Umanizzazione, dialogo e liberazione: tre concetti con i quali Paulo Freire
pronunciò il mondo e ci ispira per continuar a pronunciarlo.
[1] Paulo Reglus Neves Freire (1921–1997) è nato a Recife, stato di Pernambuco, nel nordest del Brasile. Laureatosi in Giurisprudenza dalla Faculdade de Direito de Recife, scelse la carriera dell'insegnamento. Diresse il settore di Educação e Cultura do Serviço Social da Indústria (SESI), divenendo il Sovraintendente di questa istituzione. E fu professore nella Universidade Federal de Pernambuco. Dopo il colpo militare in Brasile (1964–1985), fu incarcerato ed esiliato politico. Insegnò alla Università di Harvard (EUA). Foi Consuelente Speciale del Dipartimento di Educazione del Consiglio Mondiale delle Chiese, a Gievra (Svizzera). Sviluppò consulenze educative com vari governi dell'America Latina e dell'Africa. Tornato in Brasile, insegnò nella Universidade Estadual de Campinas (UNICAMP) e nella Pontifícia Universidade Católica di São Paulo (PUC-SP. Fu Secretário de Educação nella città di São Paulo (Brasil). Fonte:http://www.paulofreire.org/
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Bibliografia:
CINTRA, Benedito Eliseu Leite. Paulo Freire entre o grego e o semita. Educação: filosofia e comunhão. Porto Alegre: EDIPUCRS, col. Filosofia, n. 83, 1998).
FREIRE, Paulo. Educação como prática da liberdade. (Rio de Janeiro: Paz e Terra, 7ª ed., 1977).
FREIRE, Paulo . Pedagogia do Oprimido. (Rio de Janeiro: Paz e Terra, col. O Mundo, hoje, v. 21, 5ª ed., 1978).
FREIRE, Paulo. Conscientização: teoria e prática da libertação: uma introdução ao pensamento de Paulo Freire. (São Paulo: Cortez e Moraes, 1980).
FREIRE, Paulo. Educação e atualidade brasileira. (São Paulo: Cortez; Instituto Paulo Freire, 3ª ed., 2001).
FREIRE, Paulo. Ação cultural para a liberdade. E outros escritos. (São Paulo: Ed. Paz e Terra, col. O Mundo, hoje, v. 10, 13ª reimpressão, 2010).
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José Edemilson Pereira dos Anjos. Coordinatore del SOFIA Centro di Studi e nella Università Statale di Bahia (UNEB) in Brasile è vincolato come "mestrando" al Programa de Pós-graduação em Educação e Contemporaneidade (PPGeduC).
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