The Economy of Francesco: la Dichiarazione finale e l'impegno comune dei giovani
III parte
Antonella Rita Roscilli

                                                                                                                                  News Sarapegbe 24 novembre 2020
Economy of Francesco ha riunito ad Assisi, dal 19 al 21 novembre 2020, più di 2000 giovani economisti e imprenditori collegati da 120 Paesi. In tanti hanno risposto all'appello del Santo Padre, Papa Francesco, con cui richiamava "chi oggi si sta formando e sta iniziando a studiare e a praticare una economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda" con l’obiettivo di arrivare a "fare un 'patto' per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani".

L' evento internazionale si è svolto con dirette e collegamenti streaming con gli iscritti e i relatori, e vi sono stati scambi proficui, conferenze, seminari e momenti di spiritualità che hanno arricchito ogni momento delle tre giornate. L’intero evento è stato trasmesso in diretta streaming e le sessioni sono disponibili al link: https://francescoeconomy.org/event-programme/

A conclusione dei lavori ricordiamo la partecipazione “virtuale” del Papa che in video messaggio si è rivolto ai giovani collegati in streaming e che, come artigiani della fraternità stanno preparando l’Economia di Francesco di oggi e di domani. Il prossimo appuntamento è per il 2021, ma intanto, dall'impegno di questi giovani è nato un Manifesto finale articolato in 12 punti con richieste alle istituzioni, alle imprese e ai potenti della Terra, affinchè pensino ad un modello di economia migliore, al fine di rendere il mondo migliore. Un modello che sia inclusivo, rispettoso della natura, attento alla dignità del lavoro, e che ponga al centro l’essere umano. Ecco il testo:

Noi giovani economisti, imprenditori, change makers del mondo,
convocati ad Assisi da Papa Francesco,
nell’anno della pandemia di COVID-19, vogliamo mandare un messaggio
agli economisti, imprenditori, decisori politici, lavoratrici e lavoratori, cittadine e cittadini del mondo,
per trasmettere la gioia, le esperienze, le speranze, le sfide che in questo periodo abbiamo maturato e raccolto ascoltando la nostra gente e il nostro cuore. Siamo convinti che non si costruisce un mondo migliore senza una economia migliore e che l’economia è troppo importante per la vita dei popoli e dei poveri per non occuparcene tutti.
Per questo, a nome dei giovani e dei poveri della Terra,
noi chiediamo che:

1. le grandi potenze mondiali e le grandi istituzioni economico - finanziarie rallentino la loro corsa per lasciare respirare la Terra. Il COVID ci ha fatto rallentare, senza averlo scelto. Quando il COVID sarà passato, dobbiamo scegliere di rallentare la corsa sfrenata che sta asfissiando la terra e i più deboli;

2. venga attivata una comunione mondiale delle tecnologie più avanzate perché anche nei paesi a basso reddito si possano realizzare produzioni sostenibili; si superi la povertà energetica - fonte di disparità economica, sociale e culturale - per realizzare la giustizia climatica;

3. il tema della custodia dei beni comuni (specialmente quelli globali quali l’atmosfera, le foreste, gli oceani, la terra, le risorse naturali, gli ecosistemi tutti, la biodiversità, le sementi) sia posto al centro delle agende dei governi e degli insegnamenti nelle scuole, università, business school di tutto il mondo;

4. mai più si usino le ideologie economiche per offendere e scartare i poveri, gli ammalati, le minoranze e svantaggiati di ogni tipo, perché il primo aiuto alla loro indigenza è il rispetto e la stima delle loro persone: la povertà non è maledizione, è solo sventura, e responsabilità di chi povero non è;

5. che il diritto al lavoro dignitoso per tutti, i diritti della famiglia e tutti i diritti umani vengano rispettati nella vita di ogni azienda, per ciascuna lavoratrice e ciascun lavoratore, garantiti dalle politiche sociali di ogni Paese e riconosciuti a livello mondiale con una carta condivisa che scoraggi scelte aziendali dovute al solo profitto e basate sullo sfruttamento dei minori e dei più svantaggiati;

6. vengano immediatamente aboliti i paradisi fiscali in tutto il mondo perché il denaro depositato in un paradiso fiscale è denaro sottratto al nostro presente e al nostro futuro e perché un nuovo patto fiscale sarà la prima risposta al mondo post-COVID;

7. si dia vita a nuove istituzioni finanziarie mondiali e si riformino, in senso democratico e inclusivo, quelle esistenti (Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale) perché aiutino il mondo a risollevarsi dalle povertà, dagli squilibri prodotti dalla pandemia; si premi e si incoraggi la finanza sostenibile ed etica, e si scoraggi con apposita tassazione la finanza altamente speculativa e predatoria

8. le imprese e le banche, soprattutto le grandi e globalizzate, introducano un comitato etico indipendente nella loro governance con veto in materia di ambiente, giustizia e impatto sui più poveri;

9. le istituzioni nazionali e internazionali prevedano premi a sostegno degli imprenditori innovatori nell’ambito della sostenibilità ambientale, sociale, spirituale e, non ultima, manageriale perché solo ripensando la gestione delle persone dentro le imprese, sarà possibile una sostenibilità globale dell’economia;

10. gli Stati, le grandi imprese e le istituzioni internazionali si prendano cura di una istruzione di qualità per ogni bambina e bambino del mondo, perché il capitale umano è il primo capitale di ogni umanesimo;

11. le organizzazioni economiche e le istituzioni civili non si diano pace finché le lavoratrici non abbiano le stesse opportunità dei lavoratori, perché imprese e luoghi di lavoro senza una adeguata presenza del talento femminile non sono luoghi pienamente e autenticamente umani e felici;

12. chiediamo infine l’impegno di tutti perché si avvicini il tempo profetizzato da Isaia: “Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra” (Is 2, 4). Noi giovani non tolleriamo più che si sottraggano risorse alla scuola, alla sanità, al nostro presente e futuro per costruire armi e per alimentare le guerre necessarie a venderle. Vorremmo raccontare ai nostri figli che il mondo in guerra è finito per sempre.
Tutto questo - che noi viviamo già nel nostro lavoro e nei nostri stili di vita - lo chiediamo sapendo che è molto difficile e magari da molti considerato utopico. Noi invece crediamo che sia profetico e quindi che si possa chiedere, richiedere e chiedere ancora, perché ciò che oggi sembra impossibile, grazie al nostro impegno e alla nostra insistenza, domani lo sia meno. Voi adulti che avete in mano le redini dell’economia e delle imprese, avete fatto molto per noi giovani, ma potete fare di più. Il nostro tempo è troppo difficile per non chiedere l’impossibile. Abbiamo fiducia in voi e per questo vi chiediamo molto. Ma se chiedessimo di meno, non chiederemmo abbastanza.
Tutto ciò lo chiediamo prima di tutto a noi stessi e ci impegniamo a vivere gli anni migliori delle nostre energie e intelligenze perché l’economia di Francesco sia sempre più sale e lievito dell'economia di tutti.
 
 
Per leggere la prima e la seconda parte su Economy of Francesco:
I Parte:  https://www.sarapegbe.net/articolo.php?quale=176&tabella=nuovi_percorsi&riepilogo=Anno%20IX,%20n.%2019,%20agosto%20-%20dicembre%202020&id_numero=32

II Parte: https://www.sarapegbe.net/articolo.php?quale=177&tabella=nuovi_percorsi&riepilogo=Anno%20IX,%20n.%2019,%20agosto%20-%20dicembre%202020&id_numero=32