IN ESCLUSIVA: Marcus Viana, il mago del suono
Lidia Pena
Marcus Viana
TESTO IN ITALIANO (Texto em português)Terra Nostra, telenovela realizzata dalla Rete Globo nel 1999 parlava della emigrazione italiana in Brasile ed ebbe notevole successo. Fu esportata in 90 paesi. Aveva una colonna sonora incredibile. Anche chi assistette alla telenovela Pantanal, trasmessa dalla allora TV Manchete, nel 1990, non dimenticherà mai le bellissime immagini della regione centro-ovest del Paese.
Queste immagini erano ancora più belle anche grazie alla colonna sonora che le accompagnava. Responsabile di quel suono meraviglioso che inebriò il grande pubblico delle due telenovelas, firmate da Benedito Ruy Barbosa, è il violinista, pianista e compositore mineiro Marcus Viana. E' nipote dell'italiano Vicenzo Romualdo Naltarelli , figlio di Sebastião Viana, assistente delle opere del maestro Villa-Lobos, fratello del compositore Andersen Viana, che ha vissuto in Italia per qualche anno in Italia ove ricevette riconoscimenti, oltre a fondare un Coro nella capitale italiana, l'attuale "Aquarela do Brasil".
Nel 1966, all'età di 13 anni, Marcus Viana iniziò a studiare violino com il professor Gabor Buza, discepolo di Carl Flesh, il famoso maestro ungaro nato nel 1873, che a 7 anni già suovana il violino. Negli anni '70 Marcus Viana suonava nell'Orchestra Sinfornica di Harvertown, nello stato nord-americano della Pensilvania, quando iniziò a comporre. Tornato in Brasile, divenne violinista titolare della Orchestra Sinfonica del Minas Gerais. E allo stesso tempo pensava sempre alla musica al di là di ogni frontiera. Perciò abbracciò il rock progressivo, ispirandosi a gruppi come Yes e altri che durante quegli anni raggiungevano i vertici della notorietà.
Nel 1979 fondò il gruppo "Sagrado Coração da Terra"con l'obiettivo di mescolare vocale e strumentale, dando rilevanza a questioni ecologiche, ambientali e spirituali. Contemporaneamente sviluppò una carriera solista come compositore di colonne sonore per teatro, balletto, musicals per bambini, Tv e cinema (è stato il produttore musicale di lungometraggi brasiliani come Olga, As Filhas do Vento, O mundo em Duas Voltas). Nella sua casa di registrazione, la Sonhos & Sons, aperta nel 1990, svolge un lavoro intenso che arricchisce la musica brasiliana e viene applaudito anche all'estero. Venne indicato per il Grammy Latino nel 2001 per il disco Música das Esferas – Terra, nella categoria di "Migliore Album Strumentale Pop".
Nella intervista che segue, Marcus Viana parla con entusiasmo della sua traiettoria musicale, della sua origine italiana, della influenza determinante di Heitor Villa-Lobos e del desiderio di intrecciare i bei suoni sparsi nel mondo, como fa in Famalé, il suo ultimo progetto.
1. Lei è autore di colonne sonore indimenticabili di telenovele come Terra Nostra e Pantanal, e che hanno incantanto anche l'Italia. Qual' è la sua relazione com questo Paese?
Mio nonno Romualdo Romano, che non ho mai conosciuto, è stato il grande mistero ancestrale della mia vita. So che lui venne durante la leva della emigrazione italiana, quando fuggì dalla prima grande guerra. Era maestro in arti alla università di Bologna. Era pittore e conquistò mia nonna com un quadro rappresentante una donna che coglieva fiori Era anche un grande tenore perchè amava cantare l'assolo di Cavaradossi, dell'opera Tosca. In Brasile era um esimio artigiano di mobili, lavoro che faceva per sopravvivere. Morì senza lasciare traccia. Dicono che fu ucciso per questioni legate all'eredità di mia nonna. Mio padre diceva che era tornato in Italia, e ciò irritava terribilmente mia nonna. So soltanto che da lui ho ereditato il dono del disegno e della musca. Sono molto orgoglioso di questo mezzo sangue italiano! E quando dicono che la mia musica ricorda quella di Ennio Morricone, sento molta felicità per questo gene che viene dalla bella Italia.
2. Cosa pensa della emigrazione italiana, tema della novela Terra Nostra, vissuta attraverso la musica dell'epoca?
Comporre per Terra Nostra è stato come lavare l'anima ancestrale. La storia sempre presente del mio misterioso nonno Romualdo mi entusiasmava molto nella creazione della colonna sonora. Mio padre era stato un grande maestro di opere. Fin da piccolo mi ritrovavano nei teatri, dentro alla buca degli orchestrali ove assistevo a tutte le opere famose: Il Pagliacci, Cavalleria Rusticana, Madame Butterfly, Tosca. Ho riutilizzato e arrangiato questo materiale per la telenovela ed è stata un'esperienza emozionante.
3. Come riassumerebbe la sua collaborazione di consacrato successo com il regista Jayme Monjardim?
Anche Jayme è nipote di italiano, il grande conte Andrea Matarazzo. La nostra collaborazione cominciò già a partire da questa affinità genetica. Oltre a Pantanal e Terra Nostra, Ana Raio e Zé Trovão, O Clone; le miniserie Chiquinha Gonzaga, e A Casa das Sete Mulheres; il film Olga... Non ha fine la lista di grandi successi che sono arrivati anche fuori del Brasile. Oltre alla genetica, la convivenza com la musica erudita mi dava uno status speciale insieme ad un regista che era stato educato in Europa. Jaime ha studiato in un collegio spagnolo. Il fatto di essere capace di creare musica per cinema, che in fondo è musica erudita, ha fatto di me un collaboratore preparato per soddisfare la sua profonda richiesta estetica.
4. Olga Benário, la moglie del comunista brasiliano Luiz Carlos Prestes, assassinata dal nazismo, è um personaggio tragico e bello. La colonna sonora del film è il suo primo lavoro per il cinema. E' stata una sfida grande?
Si, è stata una grande sfida. Jaime esigeva musica riccamente orchestrata. Si sarebbe speso troppo denaro per un'orchestra e così io ho dovuto registrare da solo tutti i suoni delle corde: violino, viola e violoncello. Uno per uno, fino a che sembrasse il suono reale di una grande orchestra sinfonica. Inoltre, ho fatto ricerche sulla musica ebraica della Germania dell'epoca. Comporre musica, creare poesie poi convertite in Iìdiche e rifare mille volte le sequenze musicali fino a piacere al regista, fu un lavoro molto impegnativo. Olga è stato il nostro grande lavoro insieme.
5. Lei viene da uma famiglia di illustri musicisti e compositori. Come si è avvicinato alla musica? Quanto ha influito il lavoro di suo padre, il maestro Sebastiao Viana, e la sua passione per Heitor Villa Lobos?
Chiaramente questa passione è stata trasmessa sia a me che ai miei fratelli. Villa Lobos ha influenzato molto la mia vita. A 5 anni ascoltavo costantemente dentro casa opere come Erosão, Uirapuru, Amazonas, tutte le Bachianas. Immagina um bambino che ascolta un mangiadischi che diffonde senza fine questa musica sofisticata, e in più, in un'epoca in cui non c'era neppure la televisione per distrarre l'attenzione! Voglio dire che la prima formazione l' ho ricevuta dentro casa. Senza volere, nella mia vita immaginare scene telluriche evocate dalla musica del maestro sarebbe stato il mio lavoro: creare immagini sonore. Questa è la proposta di un compositore di colonne sonore!
6. Minas Gerais é un concentrato di maestri di musica e belle composizioni. Dal punto di vista musicale cosa rappresenta per te la terra natale?
Minas é um tesoro e allo stesso tempo è uma tomba. E' una culla feconda, dove si crea e si generano le più profonde creazioni in tutti i campi dell'arte. Le montagne sono propizie alla introspezione, al fuoco, alla elevazione dello spirito. Ma, allo stesso tempo, esse sono un muro che imprigiona i propri figli e impedisce loro di andare per il mondo. Mio padre chiamava la capitale Belo Horizonte cimitero dei musicisti, perchè qui vissero e morirono grandi artisti senza riuscire a lanciarsi fuori dello stato. Io stesso ho avuto una visibilità nazionale solo quando ho composto per la televisione. Questo tappeto magico mi ha portato nell'aria e nel mondo intero.
7. Come e perchè è sorta la banda di rock Sagrado Coração da Terra?
Il gruppo "Sagrado Coração da Terra" è nato nella mia interiorità dall'incontro della musica classica, delle influenze afro-amerindie e del rock! E la creazione del nome e delle parole si deve al fatto che mi sono occupato di ufologica. Ho avvistato vari oggetti volanti non identificati, molto vicini, che hanno trasformato la mia visione del mondo. Mi ha regalato la coscienza di vivere non solo in un solitario e triste pianeta, ma in una vasta galassia, piena di pianeti abitati e ognuno con un livello di evoluzione differente. Questo ispira sufficientemente per creare una cosmogonia lettero-musicale che ancora oggi è sovrana nella mia anima.
8. Il suo ultimo progetto Famalé, che già è divenuto CD, in collaborazione com musicisti africani, secondo la sua definizione, è una proposta di mescolanza culturale, dove vari Brasili incontrano varie Afriche. Presenta uno strumento molto bello, la kora, um'arpa millenaria, che sostituisce la tradizionale percussione. Da dove proviene questa idea?
Sia io che il senegalese griot Zal Sissokho, esperto nella kora, e Sergio Pererê, mineiro come me, abbiamo lavori d'autore che ci assorbono. Ma abbiamo trovato il tempo per creare una mescolanza estetica. Un'Africa armonica incontra un Brasile barocco, e le voci degli afro-brasiliani che hanno costruito un nuovo regno musicale, coronano questo incontro unico. Chi potrebbe immaginare una musica così dolce, così armoniosa e melodica, senza gli usuali tamburi? E chi poteva supporre un Brasile di corde barocche che rivela una musica classica di montagne e chiese dorate sommate al canto dei re schiavizzati, che attraverso la musica hanno riscattato la loro grandezza persa in Africa? Tanti Brasili e Afriche non comuni qui si toccano e formano un nuovo mosaico contemporaneo!
9. Como va l'agenda per i concerti?
Come una divertente riunione di tre artisti super impegnati in carriere ben definite, Famalé apre nuove finestre e nuovi campi visuali. Brasile e Canada, dove abita Zal Sissokho, hanno già assistito al concerto. Adesso stiamo organizzando i concerti da fare in altri stati del Brasile e in Europa, stiamo finendo di preparare l'agenda.
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Siamo giunti alla fine di questa nostra intervista. Perciò desideriamo augurare a Marcus Viana una ottima agenda per il 2016! Noi la seguiremo con attenzione.
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TEXTO EM PORTUGUÊS (Testo in italiano)Exclusivo: MARCUS VIANA, O MAGO DO SOM
por
Lidia Pena
Marcus Viana
Terra Nostra, novela realizada pela Rede Globo de televisão em 1999, abordou a imigração italiana no Brasil com grande sucesso. Exportada para mais de noventa países, teve uma trilha sonora marcante. Também quem assistiu à novela
Pantanal, exibida pela extinta TV Manchete, em 1990, jamais esquecerá as belíssimas imagens da região centro-oeste do País na apresentação e durante toda a premiada trama. Essas imagens tornaram-se mais impactantes em razão da não menos linda trilha sonora que as acompanhava. O responsável por aquele som maravilhoso, que inebriou o público imenso das duas teledramaturgias assinadas por Benedito Ruy Barbosa, é o violinista, tecladista e compositor mineiro Marcus Viana.
E' neto do italiano Vicenzo Romualdo Naltarelli Romano, filho de Sebastião Viana, assistente de obras do maestro Villa-Lobos, irmão do compositor Andersen Viana, que morou na Itália por alguns anos e recebeu reconhecimentos, além de fundar um Coral na capital italiana, o atual "Aquarela do Brasil".
Aos treze anos, em 1966, Marcus Viana começou a estudar violino com o professor Gabor Buza, um discípulo de Carl Flesh, o famoso mestre húngaro, nascido em 1873, que aos sete anos de idade começou a tocar violino. Nos anos 1970 Marcus Viana já participava da Orquestra Sinfonica de Harvertown no estado norte-americano da Pensilvania quando começou a compor.
De volta ao Brasil, torna-se violinista titular da Orquestra Sinfônica de Minas Gerais. E ao mesmo tempo, sempre pensando a música além fronteiras, abraça o rock progressivo, inspirado em bandas como Yes e outras que ao longo da década atingiam seu auge.
Em 1979, fundou o grupo Sagrado Coração da Terra com a proposta de misturar vocal e instrumental com ênfase em questões ecológico-ambientais e espirituais. Paralelamente, impulsionou a carreira solo como compositor de trilhas para teatro, balé, musicais infantis, TV e cinema (foi produtor musical dos longa-metragens brasileiros Olga, As Filhas do Vento, O mundo em Duas Voltas).
Em sua própria gravadora,Sonhos &Sons, criada em 1990, ele administra o trabalho bonito e intenso que enriquece a música brasileira e merece aplausos também no exterior. Foi indicado ao Grammy Latino de 2001 pelo disco
Música das Esferas – Terra, na categoria de "Melhor Álbum Instrumental Pop".
Na entrevista que segue, Marcus Viana fala com entusiasmo da fascinante trajetória musical, de sua origem italiana, da influência determinante de Heitor Villa Lobos e do desejo de entrelaçar os belos sons espalhados pelo mundo, como faz em
Famalé, seu último projeto.
1.Você é autor de trilhas sonoras inesquecíveis de novelas, como Terra Nostra e Pantanal, que encantaram também a Itália. Qual a sua relação com esse país?
Meu vovô Romualdo Romano, a quem nunca conheci, foi sempre o grande mistério ancestral da minha vida. Sei que ele veio na leva da imigração italiana fugindo da primeira grande guerra. Era mestre em artes pela universidade de Bolonha. Pintor, conquistou minha avó com um quadro de uma mulher colhendo flores. Também um grande tenor, gostava de cantar o solo de Cavaradossi, da ópera
Tosca. No Brasil, era um exímio artesão de móveis, trabalho que adotou para sobreviver. Desapareceu sem deixar rastro. Dizem que foi morto por questões ligadas à herança da minha avó; meu pai dizia que ele havia voltado pra Itália, o que irritava terrivelmente a vovó. Só sei que herdei dele o dom do desenho e da música. Tenho um grande orgulho desse meio sangue italiano! E quando dizem que a minha música lembra a de Ennio Morricone, sinto imensa alegria por esse gene que vem da
bella Italia.
2. O que acha da imigração italiana, tema abordado em Terra Nostra, vivida através das músicas da época?
Compor para
Terra Nostra foi como lavar a alma ancestral. A história sempre presente do meu misterioso avô Romualdo me entusiasmava muito na criação da trilha sonora. Meu pai tinha sido um grande maestro de óperas. Desde muito novo, no fosso dos teatros, assisti aos pés das orquestras todas as óperas famosas: Il Pagliacci, Cavalleria Rusticana, Madame Butterfly, Tosca. Esse material foi reutilizado e rearranjado por mim na novela. Uma experiência emocionante.
3. Como resumiria a sua parceria de consagrado sucesso com o diretor Jayme Monjardim?
Jayme também é neto de italiano, o grande conde Andrea Matarazzo. Nossa parceria já começou com essa afinidade genética. Além de
Pantanal e
Terra Nostra, Ana Raio e Zé Trovão, O Clone; as minisséries
Chiquinha Gonzaga, e A Casa das Sete Mulheres; o filme
Olga... Não tem fim a lista de sucessos estrondosos que repercutiram fora do Brasil. Além da genética, a vivência com a música erudita me dava um status especial junto a um diretor que tinha sido criado na Europa. Jayme estudou em um colégio espanhol. O fato de eu ser capaz de criar música de cinema, que no fundo é erudita, fez de mim um parceiro preparado a satisfazer a sua profunda demanda estética.
4. Olga Benário, a mulher do comunista brasileiro Luiz Carlos Prestes, assassinada pelo nazismo, é uma personagem trágica e bela. A trilha sonora do filme é seu primeiro trabalho com cinema. Foi grande o desafio?
Sim, foi bem grande o desafio de
Olga. Jayme exigiu muita música pesadamente orquestrada. Gastou-se o dinheiro que iria pagar a orquestra e eu tive que gravar sozinho todos os naipes de cordas: violinos, violas e violoncelos. Um por um, até fazer o grande som de uma sinfônica parecer real. Além disso, fiz pesquisa sobre a música hebraica da Alemanha na época. Compor música, criar poemas depois vertidos para o
Iídiche e refazer mil vezes as sequências musicais até agradar o diretor foi exaustivo ao extremo.
Olga foi inclusive nosso último grande trabalho juntos.
5. Você vem de uma família de ilustres músicos e compositores. Como se aproximou da música? Quanto influiu o trabalho do seu pai, o maestro Sebastião Vianna e sua paixão por Heitor Villa Lobos?
Claro que essa paixão foi passada a mim e aos meus irmãos. Villa Lobos foi a grande influência da minha vida. Aos cinco anos, ouvia constantemente dentro de casa obras como
Erosão, Uirapuru, Amazonas, todas as
Bachianas. Imagina uma criança escutando uma vitrola que tocava sem parar essa música sofisticada, numa época em que nem havia televisão para desviar o foco! Ou seja, recebi dentro do meu lar essa primeira formação. Sem querer, imaginar cenas telúricas evocadas pela música do mestre viria a ser meu trabalho de vida: criar imagens sonoras. Essa é a proposta de um compositor de trilhas sonoras!
6. Minas Gerais é um celeiro de mestres da música e belas composições. Do ponto de vista musical, o que representa para você a terra natal?
Minas é um tesouro e ao mesmo tempo um túmulo. É um berço fecundo, onde se cria e se gestam as mais profundas criações em todos os campos da arte. As montanhas são propícias à introspecção, ao foco, à elevação do espírito. Mas, ao mesmo tempo, elas são uma muralha que prende sempre seus filhos e os impede de sair para o mundo. Meu pai chamava a capital Belo Horizonte de cemitério dos músicos, pois grandes artistas aqui viveram e morreram, sem conseguir se lançar lá fora. Eu mesmo, só consegui projeção nacional ao compor para a telinha da TV. Esse tapete mágico que me levou pelos ares para o mundo inteiro.
7. Como e por que surgiu a banda de rock "Sagrado Coração da Terra"?
O "Sagrado Coração da Terra" nasceu do encontro no meu íntimo da música clássica, das influências afro-ameríndias e do rock ! E a criação do nome e das letras se deveu ao fato de eu ter me envolvido em atividades ufológicas. Eu avistei vários óvnis (objetos voadores não identificados) muito próximos, que transformaram minha visão do mundo de forma definitiva. A consciência de viver não apenas em um solitário e triste planeta, mas sim em uma vasta galáxia, cheia de planetas habitados e cada qual em um nível evolucional diferente. Isso é inspiração suficiente para criar uma cosmogonia lítero-musical que viria a ser compulsiva e, até hoje, soberana em minha alma.
8. Seu último projeto, Famalé, que já virou CD, em parceria com músicos africanos, segundo sua definição, é uma proposta de miscigenação cultural, onde vários Brasis encontram várias Áfricas. Ele apresenta um bonito instrumento, a kora, uma harpa milenar, que substitui a tradicional percussão. De onde brotou a
idéia?
Tanto eu, como o senegalês griot Zal Sissokho, um
expert na kora, e Sergio Pererê, mineiro como eu, temos trabalhos autorais que nos consomem. Mas conseguimos encontrar um tempo para criar uma miscigenação estética. Uma África harmônica encontra um Brasil barroco, e as vozes dos afro-brasileiros, que construíram um novo reino musical, coroam esse encontro único! Quem poderia imaginar uma música africana tão doce, tão harmônica e melodiosa, sem os usuais tambores? E quem poderia supor um Brasil de cordas barrocas, revelando uma música clássica de montanhas e igrejas douradas somadas ao canto dos reis escravos, que fizeram através da música o resgate de sua grandeza perdida na África? Tantos Brasis e Áfricas não comuns aqui se tocam e formam um novo mosaico contemporâneo!
9. Como anda a agenda de apresentações dos shows?
Como uma divertida reunião de três artistas super empenhados em carreiras bem definidas,
Famalé abre novas janelas e novos campos de visão. Brasil e Canadá, onde mora Zal Sissokho, já assistiram ao espetáculo. Agora virão as apresentações no Brasil e Europa em agenda a ser definida.
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Chegamos ao final dessa nossa entrevista, portanto queremos desejar a Marcus Viana uma ótima agenda para 2016! Fiquemos de olho.
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Traduzione di L.R.
Lidia Pena. Jornalista, carioca, trabalhou nos jornais Correio da Manhã, Última Hora e Tribuna da Imprensa; Rio Gráfica e Editora e Revista Senhor. Como assessora de imprensa, atuou em diversas campanhas políticas do Partido dos Trabalhadores (PT). Foi assessora de imprensa de quatro mandatos do vereador/deputado Chico Alencar. Assessorou a presidência do Instituto de Arquitetos do Brasil - IAB/RJ e a do Banco Nacional de Desenvolvimento Econômico e Social - BNDES. Autora do texto sobre o Círio de Nazaré (a maior festa religiosa do Brasil realizada anualmente em Belém do Pará) na “Enciclopédia da Brasilidade”, organizada pelo professor e economista Carlos Lessa, então presidente do Banco. Foi gerente de Comunicação da Real Grandeza - Fundação de Previdência e Assistência Social de Furnas Centrais Elétricas e Eletronuclear. Participou, em 2011, da equipe que elaborou o texto do livro sobre os 40 anos da Petros - Fundação Petrobras de Seguridade Social. Atualmente trabalha como redatora freelancer. E' uma das autoras do livro Contos e Crônicas de Carnaval (Ed. Myrrha), lançado no Espaço Telezoom, Rio de Janeiro, em outubro/2014.