Makunaima versus Macunaíma
Cristino Wapichana
TESTO IN ITALIANO   (Texto em português)

Macunaíma, l'eroe senza carattere, di Mário de Andrade (1893-1945), permea, senza alcun dubbio, la mente di molti brasiliani. L'autore, dopo aver raccolto il materiale nescesario sul folklore e i miti indigeni brasiliani, scrisse la  "Rapsodia" in appena due settimane, alla fine del 1926, in una fattoria della sua famiglia a Araraquara (São Paulo), e pubblicò il libro nel 1928.

Per il suo personaggio principale, si ispirò con libertà poetica, ai popoli indigeni Taurepang, Arekuna, Wapichana, Macuxi, Ingarikó e Pemon, tra gli altri. Ma Mário de Andrade non ebbe mai contatto diretto con una qualsiasi di queste popolazioni indigene. La sua fonte fu importata direttamente dalla Germania e in lingua tedesca, che lui mescolò ad altre fonti, di Capistrano de Abreu, Couto Magalhães Pereira da Costa, oltre a resoconti orali.

Makunaima è stato presentato ai non indigeni dall' etnologo tedesco Theodor Koch-Grünberg, che tra il 1911 e il 1913 viaggiò nei territori del triplice confine tra Brasile, Venezuela e Guyana, nel monte Roraima, seguendo fino al fiume Orinoco in Venezuela. Grünberg  raccolse musiche, oggetti, immagini e molte storie. Queste ultime venivano narrate dagli indigeni Akúli del popolo dglii Arekuna  (Yekuana) e dagli indigeni Mayuluaipu del popolo dei Taulipanque (Taurepang). Furono descritte nel volume II di una collezione di 5, con il titolo: "Von Roraima zum Orinoco" (dal Roraima all 'Orinoco), pubblicato nel 1916 a Berlino.

Mário de Andrade si sa che fu un genio della letteratura brasiliana, così come Macunaíma rappresenta una icona per il Modernismo in Brasile, ma credo che se de Andrade avesse conosciuto la cultura del popolo da cui ebbe origine il mito, la storia, forse, avrebbe seguito  un'altra direzione, e chissà, magari, avrebbe avuto lo stesso successo.

                                                                   
Lascio qui un  breve riassunto della storia di Macunaima, usando le parole di Mário de Andrade e, naturalmente, con la stessa libertà poetica da lui utilizzata.
Macunaima nacque con parto normale nel profondo della foresta vergine in Amazzonia, figlio di una india Tapanhunas (da Silva) e del  signor Medo da Noite (da Silva) (N.d.T. Paura della Notte da Silva). Questo curumim (bambino) venne al mondo in una notte buia e silenziosa, vicino al fiume Uraricuera (in Roraima). All'alba, Tapanhunas ispezionò minuziosamente il suo bimbo mentre dormiva aggrappato al suo petto. Che paura quando vide il colore del bambino! Era nero, con le gambe storte e una testa smussata. Questo la preoccupò immediatamente, perché secondo le tradizioni indigene, un bambino con difetti fisici, in caso di battaglia avrebbe portato guai al popolo.

La madre si chiedeva tristemente cosa sarebbe successo se il bambino fosse stato cieco. Ansiosa, decise di svegliarlo. Quando lui aprì gli occhi, lei rimase di nuovo sorpresa: il bambino aveva un bellissimo paio di occhi azzurri. Che sollievo! Quei bellissimi occhi azzurri lo avrebbero senza dubbio salvato dalle formiche assassine.

L'eroe sottonutrito del nostro popolo aveva bisogno di poteri speciali per sopperire alla mancanza di fortuna e per poter sopravvivere in questo mondo sconosciuto. Sua madre, presto, mise al collo del bambino il "muiraquita" della tribù delle amazonas (talismano scolpito nella roccia verdastra,in forma di animali o persone). Poi Macunaíma mise piede sulla strada, visse peripezie e le sue azioni divennero note. Ricevette, quindi, attributi di imbroglione, malandrino, pigro, individualista, furbo, donnaiolo e bugiardo.

L'eroe di Mário de Andrade viaggiò per molti luoghi ottenendo tutto ciò che voleva. Poi, soddisfatto, tornò in Amazzonia e si trasformò nella costellazione dell'Orsa Maggiore ...

Ma il vero indigeno Makunaima va ben oltre le gesta di Macunaíma de Mário de Andrade, poiché Makunaíma appartiene a un altro mondo, molto diverso da quello di Macunaíma. Makunaima fa parte del tempo, dello spazio, del nostro universo mitico e culturale sin dall'inizio del mondo: è la figura più importante quando si tratta della nostra ancestralità. Fu lui a ricreare gli indigeni e a restituire loro la vita, dopo il grande incendio che distrusse tutto.

Il nostro grande guerriero protettore abita ancora il monte Roraima e possiamo vedere le sue azioni nei molti luoghi dove è passato, per benevolenza, per scherzo o per capriccio.
È importante che il popolo brasiliano conosca  meglio il proprio paese, così immenso, con una diversità ancora maggiore. Esistono più di 230 popoli indigeni sparsi in quasi tutti gli stati della Federazione, ognuno con le sue storie, lingua, pittura e fisionomie differenti.  Differenze che devono essere rispettate, dopo tutto sono queste che ci rendono  così ricchi.

È necessario comprendere che ogni popolo indigeno ha il suo specifico universo, e che le sue storie, personaggi e il creatore di tutte le cose godono del nostro rispetto, così come Gesù e i santi del mondo cristiano.

Non manchiamo di rispetto e non disprezziamo il sacro e il credo di altri popoli, anche di quelli che non conosciamo. Il sacro è parte integrante della cultura indigena per tutta la vita, e lo vediamo in tutto ciò che vive. La terra, il fiume, le foreste, i campi naturali, gli animali, in tutto c'é  la presenza del Creatore. Le nostre storie tradizionali sono cariche di simboli e significati, che fanno parte della nostra educazione e formazione come esseri inseriti nel mondo. Questo legame intimo, necessario  all'equilibrio della vita, fonde i mondi fisico e spirituale in modo così omogeneo che ci trasforma in esseri interi.

Makunaima è lil pajé (N.d.T..sciamano) che ci portò il pesce e la farina, le tristezze e le allegrie, una terra bellissima e un universo pieno di significati. È il guerriero che vive in cima al monte Roraima con le sue armi, vigilando sul mondo e sull'universo celeste e proteggendo i popoli che conosce.

Traduzione di A.R.R:
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Cristino Wapichana. È nato nello stato brasiliano di Roraima (Bela Vista) e appartiene al popolo indigeno brasiliano dei Wapichana. Comincia la su traiettoria artistica come musicista e compositore, cineasta, scrittore e produttore dell'Incontro di Scrittori e Artisti indigeni. E' esperto di tematiche indigene, di cui tratta in scuole, università ed enti diversi. Scrive soprattutto libri per l'infanzia e per ragazzi. É uno dei rappresentanti fondamentali nella organizzazione degli eventi di scrittori indigeni e fino al 2013 è stato coordinatore del NEARIN (Núcleo dos Escritores e Artistas Indigenas), produttore dell' Encontro de Escritores e Artistas Indígenas, e membro do INSTITUTO UK'A (Casa dos Saberes Ancestrais). È uno dei rappresentanti della letteratura indigena brasiliana contemporanea e ha ricevuto diversi riconoscimenti. Tra le sue opere: 2009 - A Onça e o Fogo – Ed. Manole; 2014 - Sapatos Trocados – Ed. Paulinas (selo altamente recomendável – FNLIJ 2015);  2014 - A Oncinha Lili – Ed. Edebe; 2016 - A Boca da Noite - ed. Zit. Il suo libro A Boca da Noite si è classificato al terzo posto nel 59° Premio Jabuti (Categoria Livro infantil), è stato tradotto in svedese e ha ricevuto la Stella d'Argento del Premio Peter Pan dell' International Board on Books for Young People, della Svezia. Tra i premi ricevuti ricordiamo: 2007 - 4° concurso Tamoio de literatura da Fundação Nacional do Livro Infantil e juvenil (A Onça e o Fogo). 2014 - Medalha da Paz – Movimento União Cultural. 2015 - Prêmio Litteratudo Monteiro Lobato.

Da Herneunter.blogspot
-------------------------------------------------------------------------------


TEXTO EM PORTUGUÊS   (Testo in italiano)

Makunaima Versus Macunaíma
por
Cristino Wapichana

 

                                                                     


Sem dúvida alguma, Macunaíma, o herói sem nenhum caráter, de Mário de Andrade (1893-1945), permeia a mente de muitos brasileiros. O autor, após colher material necessário sobre o folclore brasileiro e mitos indígenas, escreveu a “rapsódia”, em apenas duas semanas no final de 1926, numa fazenda de sua família em Araraquara – SP, publicando-o em 1928.
 
Com liberdade poética, inspirou-se no personagem principal dos povos indígenas Taurepang, Arekuna, Wapichana, Macuxi, Ingarikó e Pemon, entre outros. Mas Mário nunca teve contato direto com nenhum desses povos indígenas, sua fonte foi importada diretamente da Alemanha e em alemão, que mesclou a outras de Capistrano de Abreu, Couto Magalhães, Pereira da Costa e relatos orais.
 
Makunaima foi apresentado aos não-indígenas pelo etnólogo alemão Theodor Koch-Grünberg, que viajou, entre 1911 e 1913, pela região da tríplice fronteira entre Brasil, Venezuela e Guiana, no monte Roraima, seguindo até o rio Orenoco, na Venezuela, Grünberg colheu músicas, artefatos, imagens e muitas histórias. Estas, narradas pelos indígenas Akúli, do povo Arekuná (Yekuana) e Mayuluaipu, do povo Taulipanque (Taurepang), foram descritas no volume II de uma coletânea de 5, com o título: “Von Roraima zum Orinoco” (Do Roraina ao Orenoco), publicado em 1916, em Berlim.
 
É fato que Mário de Andrade foi um gênio da literatura brasileira e Macunaíma um ícone para o modernismo no Brasil, mas acredito que se ele tivesse conhecido parte da cultura dos povos de onde o mito se originou, a história talvez teria seguido outro rumo, quem sabe até com o mesmo sucesso.
 
                                                                     
Reescrevo pequeno resumo da história de Macunaíma, usando palavras de Mário e, claro, a mesma liberdade poética que ele usou.
Nasceu de parto normal no fundo da mata virgem no Amazonas, Macunaíma, filho de uma índia Tapanhunas (da Silva) com o senhor Medo da Noite (da Silva). Este curumim veio ao mundo numa noite escura e silenciosa, à beira do rio Uraricuera (em Roraima). Ao amanhecer, Tapanhunas inspecionou minuciosamente sua cria enquanto ele dormia grudado no peito. Que susto quando viu a cor do curumim! Era preto retinto, com pernas tortas e cabeça rombuda. Isto de imediato a preocupou, pois segundo as tradições indígenas, uma criança defeituosa traria problemas para o povo numa batalha.
 
A mãe ficou triste imaginando o que sucederia caso o curumim fosse cego. Ansiosa, resolveu acordar o menino. Ao ele abrir os olhos, a mãe surpreendeu-se mais uma vez: o menino possuía um belo par de olhos azuis. Que alívio! Aqueles lindos olhos azuis, indubitavelmente o salvariam das formigas assassinas.
 
O herói subnutrido de nossa gente precisava de poderes especiais para compensar a falta de sorte e poder sobreviver neste mundão desconhecido. Sua mãe pendurou logo o muiraquitã da tribo das amazonas (talismã talhado em rocha esverdeada, na forma de animais ou pessoas) no pescoço do menino. Depois, Macunaíma pôs o pé na estrada, viveu peripécias e seus feitos se fizeram conhecidos. Recebeu, então, atributos de trapaceiro, malandro, preguiçoso, individualista, matreiro, mulherengo e mentiroso.
 
O herói de Mário viajou por muitos lugares, conseguindo tudo o que desejava. Já satisfeito, retornou ao Amazonas e transformou-se na constelação Ursa Maior...
 
Mas o verdadeiro Makunaima indígena está muito além das façanhas do Macunaíma de Mário, pois Makunaima pertence a outro mundo, bem diferente do de Macunaíma. Makunaíma faz parte do tempo, do espaço, do nosso universo mítico e cultural desde o início do mundo: é a figura mais importante quando se trata da nossa ancestralidade. Foi ele que, depois do grande fogo que destruiu tudo, refez os indígenas e lhes devolveu a vida.
 
Nosso grande guerreiro protetor ainda habita o monte Roraima e podemos ver seus feitos em muitos lugares por onde passou – seja por benevolência, brincadeira ou capricho seu.
 
É importante que o povo brasileiro conheça mais o próprio país, tão imenso, com uma diversidade maior ainda. Existem mais de 230 povos indígenas espalhados em quase todos os Estados da Federação, cada um deles com suas histórias, língua, pintura e traços fisionômicos diferentes. Diferenças que devem ser respeitadas, afinal são elas que nos fazem tão ricos.
 
 
É preciso compreender que cada povo indígena tem seu universo peculiar e que suas histórias, personagens ou o criador de todas as coisas recebe nosso respeito, assim como Jesus e os santos do mundo cristão.
 
Não desrespeitamos ou menosprezamos o sagrado e a crença dos outros povos, mesmo daqueles que não conhecemos. O sagrado é parte integral da cultura indígena durante toda a vida, e a vemos em tudo o que vive. A terra, o rio, as florestas, os campos naturais, os animais, tudo tem a presença do Criador. Nossas histórias tradicionais estão carregadas de símbolos e significados, fazendo parte de nossa educação e formação como seres inseridos no mundo. Essa ligação íntima, necessária ao equilíbrio da vida, funde o mundo físico e o espiritual de forma tão homogênea que nos torna seres completos.
 
Makunaima é o pajé que nos trouxe o peixe e a farinha, tristezas e alegrias, uma terra linda e um universo cheio de significados. É o guerreiro que vive no topo do monte Roraima com suas armas, vigiando o mundo e o universo celeste, e protegendo os povos que ele conhece.


Publicado em Hemeunter.blogspot
Cristino Wapichana. Nasceu em Bela Vista, Roraima (Brasil) e pertence ao povo indigena brasileiro dos Wapichana. E' escritor, músico, cineasta, compositor e contador de historias. É um dos representantes fundamentais na organização dos eventos de escritores indígenas e atuou como coordenador do NEARIN-Núcleo dos Escritores e Artistas Indigenas) até 2013, produtor do Encontro de Escritores e Artistas Indígenas, e membro do INSTITUTO UK’A (Casa dos Saberes Ancestrais), dirigida pelo escritor Daniel Mundukuru. E' um dos representantes da literatura indígena brasileira contemporânea. Seu livro A Boca da Noite ganhou o terceiro lugar no 59.º Prêmio Jabuti (categoria Livro infantil), foi traduzido para o idioma sueco e recebeu a Estrela de Prata do Prêmio Peter Pan, do International Board on Books for Young People, da Suécia. Suas Obras:  A Onça e o Fogo – Ed. Manole (2009); Sapatos Trocados – Ed. Paulinas (2014.Selo altamente recomendável – FNLIJ 2015);  A Oncinha Lili – Ed. Edebe (2014);  A Boca da Noite - ed. Zit (2016). Prêmios: 2007 - 4° concurso Tamoio de literatura da Fundação Nacional do Livro Infantil e juvenil (A Onça e o Fogo). 2014 - Medalha da Paz – Movimento União Cultural. 2015 - Prêmio Litteratudo Monteiro Lobato. 2017 -