BEM VIVER: L' ASCOLTO DELLE VOCI INDIGENE PANAMAZZONICHE.
Lo Uirapuru, uccello sacro dell'Amazzonia
Francisco Chagas Chafre de Souza Apurinã
TESTO IN ITALIANO (Texto em português)
Un giovane guerriero indigeno, di nome Quaraçá, viveva con il suo popolo nella foresta amazzonica e amava passeggiare nei boschi suonando il suo flauto di bambù. Il suono riecheggiava tra gli alberi e gli animali rimanevano tutti zitti per ascoltarlo meglio. Tutti amavano ascoltare quella musica.
Un giorno, mentre visitava un altro territorio indigeno, il giovane Quaraçá vide uma bellissima ragazza e se ne innamorò: si chiamava Anahí ed era la sposa del cacique. Il giovane sapeva che il suo amore era impossibile e presto la tristezza si impossessò completamente di lui. Soffriva tanto che non voleva nemmeno più suonare il suo flauto.
La tristezza lo stava consumando. Allora decise di chiedere aiuto al dio Tchoran. Andò in mezzo alla foresta, suonò, suonò per tanto tempo il suo flauto. Pianse, cantò e chiese aiuto... Il dio Tchoran rimase colpito dalla sofferenza del giovane e così decise di aiutarlo trasformandolo in un piccolo uccello colorato (rosso e giallo, con ali nere), gli donò un bel canto, e gli diede il nome di Uirapuru.
Quel giorno Uirapuru volò attraverso la foresta, tornò al villaggio, cantò, volò di nuovo. E così prese a fare ogni giorno, incantando tutti con il suo canto forte e bello. Ogni volta che vedeva la sua amata, scendeva e cantava per lei, che rimaneva meravigliata dal canto di quel piccolo e bellissimo uccellino.
Nel corso del tempo, anche il capo del villaggio rimase incantato dal canto di Uirapuru. Voleva che cantasse lì, per sempre. Voleva imprigionarlo, preparò una trappola, andò a cercarlo e alla fine si perse nella foresta. Nessuno sentì più parlare di lui. Dicono che fosse la punizione di Curupira, il protettore degli animali della foresta, che non può vedere un animale soffrire senza essere dannatamente arrabbiato.
La bella Anahí rimase sola, ma non ebbe tempo per la tristezza, perché Uirapuru arrivava lì ogni giorno, con quel bel canto, per consolare la sua amata. Inoltre, il suo canto era triste perché sperava che in questo modo lei potesse scoprire chi fosse, e questo avrebbe potuto rompere l'incantesimo. Ma quello che si sa è che oggi ancora continua a cantare nella foresta, ma quando lui canta tutti gli animali rimangono zitti per ascoltarlo...
La leggenda narra anche che lo Uirapuru è un uccello magico che dona molta fortuna. Si dice che chi ha la fortuna di vederlo e sentirlo cantare, deve solo e semplicemente esprimere il suo desiderio, perchè subito l'uccellino lo realizza. Nel dubbio, comunque, è meglio che tu chiudi gli occhi e rimani in silenzio, così lui può diffondere nell'aria il suo meraviglioso canto. E solo dopo esprimi il tuo desiderio: lo Uirapuru, uccello sacro, ti ascolterà.
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Francisco Chagas Chafre de Souza Apurinã. Appartiene agli Apurinã, uno dei popoli originari del Brasile. É Tuxaua - capo villaggio - dell' aldeia do Palhal, in un territorio ancora non demarcato in Amazonas, stato brasiliano in cui si estende parte del vasto territorio della Panamazzonia che attraversa ben nove paesi dell' America del Sud
© SARAPEGBE.
E’ vietata la riproduzione, anche parziale, dei testi pubblicati nella rivista senza l’esplicita autorizzazione della Direzione -------------------------------------------------------------------------------
TEXTO EM PORTUGUÊS (Testo in italiano)
BEM VIVER: L'ASCOLTO DELLE VOCI INDIGENE PANAMAZZONICHE
A lenda do Uirapuru, o pássaro sagrado da Amazônia
por
Francisco Chagas Chafre de Souza Apurinã.
Era uma vez um jovem guerreiro índio, chamado Quaraçá, que morava com sua gente na floresta amazônica e adorava passear pelas matas tocando sua flauta de bambu. O som ecoava entre as árvores e fazia calar os bichos. Todos gostavam de escutar aquela música.
Um dia, enquanto passeava no territorio do seu povo, o jovem Quaraçá achou de se apaixonar pela belíssima Anahí, que era casada com o cacique. O jovem sabia que o seu amor era impossível, e logo a tristeza tomou conta dele. De tanto sofrer, nem queria mais tocar a sua flauta.
A tristeza o consumia. Foi aí que ele resolveu pedir ajuda a Tchoran. Foi para o meio da floresta, tocou, tocou muito aquela flauta. Chorava e cantava e pedia ajuda.
Tchoran ficou sensibilizado com o sofrimento do jovem e resolveu ajudar, transformando-o num pequeno pássaro colorido (vermelho e amarelo, com asas pretas), de belíssimo canto, e deu-lhe o nome de Uirapuru.
Naquele dia, Uirapuru voou pela floresta, voltou na aldeia, cantou, voou de novo. E assim passou a fazer todos os dias, encantando a todos com seu forte e lindo canto. Toda vez que via a amada, ele pousava e cantava pra ela, que ficava maravilhada com o som daquele pequeno e lindo pássaro.
Com o tempo, o cacique da tribo também ficou encantado com o canto Uirapuru. Queria que ele ficasse cantando ali, pra sempre. Quis aprisioná-lo, fez uma arapuca, foi a sua procura e perdeu-se na floresta. Dele, ninguém mais teve notícia. Dizem que foi castigo do Curupira, o protetor dos bichos da floresta, que não pode ver animal sofrendo sem ficar danado de bravo.
A bela Anahí ficou sozinha, mas nem teve tempo pra tristeza, porque o Uirapuru chegava ali todo dia, com aquele canto lindo, pra consolar a amada. Mais que isso, ele soltava aquele canto triste, porque acreditava que, assim, ela poderia descobrir quem ele era, e isso quebraria o encanto. Mas o que se sabe é que ele continua cantando nas matas até hoje…
Diz ainda a lenda que o Uirapuru é um pássaro mágico que traz muita sorte. Acredita-se que, quem conseguir vê-lo e ouvi-lo cantar, é só fazer um pedido que o pássaro o realizarà. E' melhor ficar em silêncio pra ele soltar o seu maravilhoso canto, sò depois è bom fazer o pedido: o Uirapuru, pássaro sagrado, com certeza o ouvirà.
© SARAPEGBE.
E’ vietata la riproduzione, anche parziale, dei testi pubblicati nella rivista senza l’esplicita autorizzazione della Direzione Francisco Chagas Chafre de Souza Apurinã. Pertence aos Apurinã, um dos povos originários do Brasil. É Tuxaua da aldeia do Palhal, em um territorio ainda nao demarcado, no Amazonas, estado brasileiro no qual se encontra parte do vasto território da Panamazônia que atravessa nove países da América do Sul