Radici e Contemplazione del Natale 2022 a Piazza San Pietro
Antonella Rita Roscilli
Foto di A.R.R.
TESTO IN ITALIANO (Texto em português) Nuovi Percorsi-Sarapegbe, 4 dicembre 2022
La tradizionale inaugurazione dell’albero di Natale e del Presepe, come ogni anno, si rinnova in piazza San Pietro a Roma: i due simboli rimarranno in esposizione dal 3 dicembre 2022 all’ 8 gennaio 2023.
Quest’ anno il Presepe giunge da Sutrio, in provincia di Udine, uno dei più caratteristici borghi della Carnia, in Friuli Venezia-Giulia. Il maestoso abete bianco di circa 30 metri (Abies alba) proviene, invece, da Rosello, un piccolo borgo montano con soli 182 abitanti, nell’Abruzzo.
Un altro Presepe viene ospitato, invece, nell'Aula Paolo VI ed è stato offerto dal governo del Guatemala. Si tratta di una rappresentazione della Natività composta dalla Sacra Famiglia e da tre angeli. Tutto realizzato manualmente da artigiani nel rispetto della tradizione guatemalteca, con statue in legno ed ampi tessuti colorati, dove spicca il colore oro.
Presepe guatemalteco nella Sala Paolo VI. Foto di A.R.R.
La cerimonia di inaugurazione per il Natale 2022 si è tenuta nella sala Paolo VI ed è stata presieduta dal Cardinale Fernando Vérgez Alzaga, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, con suor Raffaella Petrini, Segretario Generale dello stesso Governatorato. Molti gli interventi delle autorità, tra i quali S.E. Mario Bùcaro Flores, Ministro delle Relazioni Estere del Guatemala, intervallati da canti tradizionali (come l’abruzzese “Vola vola vola” e “Astro del ciel”) e musiche eseguite, tra le altre, dalla Banda G. Verdi Città di Tornareccio, il Coro Polifonico di Ruda (Udine), il fisarmonicista Andrea Nassivera, gli zampognari di Scapoli (Isernia) e altri gruppi provenienti da Abruzzo e Friuli.
Il Presepe di Sutrio è stato concepito focalizzando i valori della sostenibilità. Nessun albero è stato abbattuto per fornire la materia prima. La struttura è stata realizzata con 24 metri cubi di legno di larice e le 18 statue sono in legno di cedro. La culla del Bambin Gesù interamente prodotta con materiale di recupero, è stata scolpita dalla radice di un albero sradicato durante la tempesta Vaia del 2018.
Le statue sono scolpite rigorosamente a mano da undici artisti friulani, e rispettano l'ambiente. Il legno utilizzato proviene da abbattimenti programmati da vivaisti che curano i giardini pubblici o privati, dove il cedro veniva piantato più di cento anni fa, e quindi non è stato abbattuto alcun albero per la realizzazione del Presepe. Oltre ai classici personaggi, troviamo il falegname, in onore di tutti gli artigiani del paese di Sutrio. Un tipico mestiere femminile della Carnia è rappresentato dalla tessitrice. Troviamo poi il “Cramar”, rappresentante di un'antica professione di commerciante ambulante che, partendo a piedi dal suo paese e portando sulle spalle una cassettiera di legno, andava di villaggio in villaggio a vendere i pochi prodotti artigianali creati dalla sua comunità. Ci sono due figure simboliche: un uomo aiuta l’altro a risollevarsi per rimettersi in cammino versa la Grotta. Vuole ricordare la Solidarietà, la Speranza e la Fratellanza.
Foto di A.R.R.
Sutrio, nel cuore della Carnia, è terra di emigrazione, come sottolineato dal sindaco Manlio Mattia. Vanta una tradizione importante nella lavorazione del legno, e ogni anno a settembre organizza proprio un evento culturale denominato “Magia del legno”. Il paese, infatti, con i suoi 1.200 abitanti, è diventato punto di riferimento per molti artisti provenienti non solo dall'arco alpino italiano, ma anche dalle vicine Austria e Slovacchia.
L’ abete bianco, invece, proviene da Rosello, paese situato nel medio Sangro tra le bellezze naturali di quello che un tempo era l’Abruzzo Citeriore, al confine con il Molise. Si tratta di un antico borgo di origine medievale, che sembra debba la sua nascita ai monaci benedettini dell'abbazia di San Giovanni in Verde, nell'alto Medioevo. Nel XII secolo Rosello è citato per la prima volta in un documento. Poco fuori dal paese si trova la frazione di Giuliopoli, con la chiesa di San Tommaso e il castello, e la famosa Riserva naturale regionale abetina di Rosello. Essa ospita il nucleo di abeti bianchi meglio conservati sul territorio italiano.
Foto di A.R.R.
Gli addobbi dell'albero sono stati realizzati dai ragazzi della struttura residenziale riabilitativa psichiatrica “Quadrifoglio”, in collaborazione con i nonni del Centro di accoglienza anziani “Sant'Antonio” di Borrello e gli alunni delle scuole di Pizzoferrato, Quadri e Villa Santa Maria. Oltre ai già citati, alla cerimonia sono intervenuti il Vescovo di Trivento, il Parroco di Sutrio – in rappresentanza dell’Arcivescovo di Udine –,il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, l’Assessore della Regione Abruzzo e il Sindaco di Rosello.
- L’albero ci insegna le radici, il presepio ci invita alla contemplazione - ha sottolineato Papa Francesco ricevendo in udienza le delegazioni - Come gli alberi, così anche gli uomini hanno bisogno di radici, poiché solo chi è radicato in un buon terreno, rimane saldo, cresce, matura, resiste ai venti che lo scuotono e diventa un punto di riferimento per chi lo guarda […]. Senza radici nulla di ciò avviene: senza basi salde si rimane traballanti. È importante custodire le radici, nella vita come nella fede. Nella sua genuina povertà, il presepe aiuta a ritrovare la vera ricchezza del Natale, e a purificarci da tanti aspetti che inquinano il paesaggio natalizio. Semplice e familiare, il presepe richiama un Natale diverso da quello consumistico e commerciale: è un’altra cosa; ricorda quanto ci fa bene custodire dei momenti di silenzio e di preghiera nelle nostre giornate, spesso travolte dalla frenesia. Il silenzio favorisce la contemplazione del Bambino Gesù, aiuta a diventare intimi con Dio, con la semplicità fragile di un piccolo neonato, con la mitezza del suo essere adagiato, con il tenero affetto delle fasce che lo avvolgono. […] E se vogliamo festeggiare davvero il Natale riscopriamo attraverso il presepe la sorpresa e lo stupore della piccolezza, la piccolezza di Dio, che si fa piccolo, che non nasce nei fasti dell’apparenza, ma nella povertà di una stalla. E per incontrarlo bisogna raggiungerlo lì, dove Egli sta; occorre abbassarsi, occorre farsi piccoli, lasciare ogni vanità, per arrivare dove Lui è -.
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TEXTO EM PORTUGUÊS (Testo in italiano)Raízes e Contemplação do Natal 2022 na Praça de São Pedro em Roma
Por
Antonella Rita Roscilli
Foto di A.R.R.
Nuovi Percorsi-Sarapegbe, 4 dicembre 2022
Na Piazza San Pietro em Roma, a tradicional inauguração da árvore de Natal e do Presépio se renova como todos os anos: os dois símbolos permanecerão expostos de 3 de dezembro de 2022 a 8 de janeiro de 2023. Este ano, o presépio vem de Sutrio, na província de Udine, uma das aldeias mais características de Carnia, em Friuli Venezia-Giulia. O majestoso abeto de cerca de 30 metros (Abies alba) vem, no entanto, de Rosello, uma pequena aldeia de montanha com apenas 182 habitantes, em Abruzzo.
Há ainda um outro Presépio que ilumina a Sala Paulo VI e que foi oferecido pelo governo da Guatemala. É uma representação do presépio formado pela Sagrada Família e três anjos. Tudo foi feito manualmente por artesãos respeitando a tradição guatemalteca, com grandes tecidos coloridos, onde predomina a cor dourada, e estátuas de madeira.
Presépio guatemalteco na Sala Paolo VI. Foto di A.R.R.
A cerimônia de inauguração para o Natal de 2022, realizada na Sala Paulo VI, foi presidida pelo Cardeal Fernando Vérgez Alzaga, Presidente do Governo do Estado da Cidade do Vaticano, com a Irmã Raffaella Petrini, Secretária Geral do mesmo Governo. Muitas as falas das autoridades, incluindo S.E. Mario Bùcaro Flores, Ministro das Relações Exteriores da Guatemala, intercaladas com cantos tradicionais (como o abuzzese “ Vola vola vola) e músicas interpretadas, entre outros, pela Banda G. Verdi Città di Tornareccio, o Coro Polifonico di Ruda (Udine), o acordeonista Andrea Nassivera, os gaiteiros de Scapoli (Isernia) e outros grupos de Abruzzo e Friuli.
O presépio de Sutrio foi concebido com foco nos valores da sustentabilidade. Nenhuma árvore foi derrubada para fornecer a matéria-prima. A estrutura foi construída com 24 metros cúbicos de madeira de larício e as 18 estátuas são em madeira de cedro. O berço do Menino Jesus inteiramente feito com material reciclado, foi esculpido na raiz de uma árvore arrancada durante a tempestade Vaia em 2018. As estátuas são esculpidas estritamente à mão por onze artistas friulianos e respeitam totalmente o meio ambiente. De facto, a madeira utilizada provém dos cortes planejados por viveiristas que cuidam anualmente de jardins públicos ou particulares, onde o cedro foi plantado há mais de cem anos, portanto nenhuma árvore foi cortada especificamente para a realização do presépio.
Além dos personagens clássicos, encontramos o marceneiro, em homenagem a todos os artesãos da cidade de Sutrio. Um ofício feminino típico de Carnia é representado pela tecelã presente no presépio. A seguir, encontramos o "Cramar", representante de uma antiga profissão de comerciante itinerante que, saindo de sua aldeia a pé e carregando uma cômoda de madeira nos ombros, ia de aldeia em aldeia vender os poucos artesanatos produzidos por sua comunidade. São duas as outras figuras simbólicas: um homem que ajuda um outro a se levantar para voltar ao caminho da Gruta. Quer destacar o valor da Solidariedade, da Esperança e da Fraternidade.
Foto di A.R.R.
Sutrio, no coração de Carnia, é uma terra de emigração, como disse o prefeito Manlio Mattia. Possui uma importante tradição na marceneiros e todo ano, no mês de setembro, se organiza um evento cultural denominado "Magia da Madeira". De fato, a cidade, com seus 1.200 habitantes, tornou-se um ponto de referência para muitos artistas vindos não só dos Alpes italianos, mas também da vizinha Áustria e Eslováquia.
O abeto branco vem de Rosello, uma cidade localizada no medio Sangro entre as belezas naturais do que já foi chamado Abruzzo Citeriore, na fronteira com a região de Molise. É uma antiga aldeia de origem medieval, que parece dever o seu nascimento aos monges beneditinos da abadia de San Giovanni in Verde, no início da Idade Média. No século XII, Rosello é mencionado pela primeira vez em um documento. Fora da cidade fica a aldeia de Giuliopoli, com a igreja de San Tommaso e o castelo, e a famosa reserva natural regional de Rosello fir. Abriga o núcleo de abetos brancos mais bem preservado da Itália.
Foto di A.R.R.
As decorações da árvore foram realizadas pelas crianças do centro de reabilitação psiquiátrica "Quadrifoglio", em colaboração com os avós do centro de acolhimento de idosos "Sant'Antonio" de Borrello e os alunos das escolas de Pizzoferrato, Quadri e Villa Santa Maria. Além dos mencionados, a cerimônia contou com a presença e a fala do Bispo de Trivento, do Pároco de Sutrio - representando o Arcebispo de Udine -, do Presidente da Região Friuli Venezia Giulia, do Conselheiro da Região de Abruzzo e do Prefeito de Rosello.
- A árvore nos ensina a pensar nas raízes, o presépio nos convida à contemplação - sublinhou o Papa Francisco ao receber as delegações em audiência - Como as árvores, também os homens precisam de raízes, porque só quem está enraizado em boa terra permanece firme, cresce, ‘amadurece’ , resiste aos ventos que a sacodem, e se torna ponto de referência para quem a olha [...]. Sem raízes nada disso acontece: sem alicerces sólidos fica-se abalado. É importante valorizar as raízes, na vida como na fé. Na sua pobreza genuína, o presépio ajuda a redescobrir a verdadeira riqueza do Natal e a purificar-nos de muitos aspectos que poluem a paisagem natalícia. Simples e familiar, o presépio lembra um Natal diferente do consumista e comercial: é outra coisa; lembrai-vos de quanto nos faz bem cultivar momentos de silêncio e oração em nossos dias, muitas vezes dominados pelo frenesia. O silêncio favorece a contemplação do Menino Jesus, ajuda a tornar-se íntimo de Deus, com a frágil simplicidade do pequeno recém-nascido, com a mansidão do seu ser deitado, com o carinho das fraldas que o envolvem. [...] E se realmente quisermos celebrar o Santo Natal, redescobrimos a surpresa e o espanto da pequenez através do presépio, a pequenez de Deus, que se faz pequeno, que não nasce no esplendor das aparências, mas na pobreza de um estábulo. E para encontrá-lo devemos alcançá-lo lá, onde ele está; precisamos nos rebaixar, precisamos nos fazer pequenos, deixar toda vaidade, para chegar onde Ele está -.
Traduzione in portoghese di A.R.R.