Tradizioni del Presepe artistico italiano: il Presepe dei Borbone
Antonella Rita Roscilli
TESTO IN ITALIANO (Texto em português)
News Sarapegbe 24 dicembre 2022
Presepe deriva dal latino praesaepe che significa mangiatoia e costituisce l'essenza significativa del Santo Natale. In realtà, la raffigurazione della Natività ha origini molto antiche e risale ai primi cristiani che dipingevano le scene della nascita di Cristo nelle catacombe romane. Quando il Cristianesimo uscì dalla clandestinità, le immagini della Natività iniziarono ad essere dipinte sulle pareti delle prime chiese e, a partire dal XIII secolo, apparvero anche le prime sculture. Fu San Francesco ad ideare la rappresentazione della Natività, e venne realizzata per la prima volta a Greccio, piccolo borgo nel centro Italia, nella Valle Reatina, la notte di Natale del 1223.
San Francesco si era fermato lì provenendo probabilmente da Roma, dove il 29 novembre 1223 aveva ricevuto dal Papa Onorio III la conferma della sua Regola. Dopo il suo viaggio in Terra Santa, quelle grotte gli ricordavano in modo particolare il paesaggio di Betlemme. Ed è possibile che il Poverello fosse rimasto colpito, a Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dai mosaici con la rappresentazione della nascita di Gesù, proprio accanto al luogo dove si conservavano, secondo un’antica tradizione, le tavole della mangiatoia (In: “Admirabile signum”, Lettera Apostolica di Papa Francesco, 2019).
La storia di questa tradizione popolare, diffusissima in tutto il mondo cattolico, rivela molte altre sorprese. Nel 1534 nella città di Napoli giunse San Gaetano da Thiene, che aveva già dato prova di grande amore e dedizione per il Presepe nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. É proprio lui ad essere indicato come l’"inventore" del Presepe napoletano, ossia come colui che, in occasione del Natale, diede inizio alla tradizione di allestire il Presepe nelle chiese e nelle case private.
Vi sono Presepi napoletani di notevole pregio ed interesse artistico, ma uno dei più importanti si trova nella Reggia di Caserta. Risale al secolo XVIII e fu commissionato direttamente dai Reali Borbonici. Si tratta di un’opera d’arte di inestimabile valore, composta da più di 1200 figure. Le sue statuine sono in terracotta, rivestite di pietre dure e di stoffa dell’antico opificio di San Leucio di Caserta. Questa tradizione venne portata avanti dai loro discendenti, ed anche da re Ferdinando II di Borbone, sovrano del Regno delle Due Sicilie e fratello della principessa D. Teresa Cristina di Borbone, che sarebbe divenuta imperatrice del Brasile, allorché sposò l’ imperatore del Brasile D. Pedro II.
Ogni anno, il re era solito trovare una sala dell’appartamento reale per allestire il presepe sempre più grande. Rimase nella storia quello del 1844: era così grande che si dovette trovare nella Reggia una sala maggiore. Venne così individuata la Galleria cosiddetta della Racchetta. Di quel grandioso presepe, realizzato su progetto di Giovanni Cobianchi, il re volle che ne fosse tramandato il ricordo, e cosi incaricò il pittore di corte Salvatore Fergola di ritrarne diverse vedute. E continuò anche a farlo allestire a San Leucio, Carditello, Portici e nelle altre residenze ove i reali decidevano di trascorrere il Natale.
Tornando alle origini della tradizione del Presepe dei Borbone, la storia narra che il primo Presepe della Reggia di Caserta fu commissionato nel ‘700 da re Carlo di Borbone insieme a sua moglie, la regina D. Maria Amalia di Sassonia. L’allestimento del Presepe era una attività a cui partecipavano non solo gli artisti e gli artigiani di corte, ma gli stessi sovrani. Pare che lo stesso re Carlo, uomo devoto e sostenitore delle arti applicate, abbia addirittura disegnato alcuni dei modelli per i pastori e, qualche volta li abbia creati lui stesso, intagliandoli nel sughero. Le principesse di corte, invece, si occupavano direttamente della realizzazione degli abiti dei pastori. Nel corso dell’intero anno la regina Maria Amalia di Sassonia e le sue figlie erano dedite al ricamo e al cucito degli abiti dei pastori. Le figurine erano in parte realizzate in terracotta (testa, mani e piedi), mentre il corpo era in stoppa e fil di ferro. Le figure più importanti, in terracotta dipinta, vennero create da artisti come Bottiglieri, Sanmartino, Mosca, Celebrano, Vassallo, Gori.
Questo tipo di presepe napoletano venne definito “cortese” ed era diverso dai presepi religiosi allestiti nelle chiese e nei conventi. Per influsso degli scavi delle antiche città di Pompei e di Ercolano, allora condotti e incentivati dallo stesso sovrano, il Presepe si arricchì di rovine di templi greco-romani nei pressi della capanna di Gesù Bambino. Era composto da una miriade di figure che rappresentavano il quotidiano nella vita cittadina di Napoli, con i suoi abitanti e artigiani di ogni genere: calzolai, fabbri, sarti, sellai, maniscalchi intenti al lavoro davanti ai loro bassi, i venditori davanti ai banchi di frutta e verdura, mozzarella, ricotta, pesce e frutti di mare, pollame, acquaioli e contadini. I personaggi indossavano i costumi tipici delle varie province del regno di Napoli. Sullo sfondo c’era il vulcano Vesuvio fumante, o angoli di campagne vesuviane, con fiumi o laghetti, con greggi sparsi di pecore, zampognari, pastorelli e contadini che portavano i loro doni a Gesù Bambino. Immancabili i Re Magi con la variopinta moltitudine dei loro seguaci orientali, sultani, cammellieri, stallieri, guidatori di elefanti, asini, suonatori di vari strumenti, tutti nelle loro vesti orientali.
Il Presepe veniva allestito ogni anno con una scenografia diversa ed esposto dal 12 dicembre al 2 febbraio, festa della Candelora. Questo presepe venne allestito non solo durante la dinastia Borbonica nell’Italia Meridionale, ma anche successivamente. Infatti, a partire dall’Unità d’Italia (1861) e fino al 1984, venne sempre allestito, anche se di dimensioni molto più ridotte. Con il tempo ha subito vari smembramenti, ma è stato ricostruito grazie all’impegno e alla tenacia di Enzo Catello e Roberto De Gennaro. Il presepe fu ricostruito nel 1988 sotto la direzione di Enzo Catello, è stato realizzato da Roberto De Gennaro ed è ispirato proprio ai dipinti di Salvatore Fergola.
Oggi il Presepe è stato restaurato e si trova nella sua totalità e magnificenza, nella Reggia di Caserta. E’ possibile ammirarlo nella Sala Ellittica degli Appartamenti Storici. Viene conservato in una teca di cristallo in tutta la sua superficie che occupa ben 20 metri quadrati, ed è visibile dai quattro lati. Restaurato e pulito in ogni sua parte, il Presepe è aperto alla visita del pubblico. Le sue statuine sono vere e proprie opere d’arte che, con la loro bellezza e dovizia di particolari, mostrano la maestria della tradizione partenopea. Così si mantiene intatta e viene tramandata una straordinaria testimonianza di quella che fu un’ antica arte presepiale.
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TEXTO EM PORTUGUÊS (Testo in italiano)Tradições do presépio artístico italiano: o Presépio dos Bourbons
por
Antonella Rita Roscilli
News Sarapegbe, 24 dicembre 2022
Presépio vem do latim
praesaepe que significa
manjedoura e é o símbolo mais significativo do Santo Natal. Na realidade, a representação da Natividade tem origens muito antigas e remonta aos primeiros cristãos que pintaram as cenas do nascimento de Cristo nas catacumbas romanas. Quando o cristianismo saiu da clandestinidade, as imagens da Natividade começaram a ser pintadas nas paredes das primeiras igrejas e, a partir do século XIII, surgiram também as primeiras esculturas. Foi
São Francisco quem concebeu a representação da Natividade e ela foi criada pela primeira vez em Greccio, uma pequena aldeia no centro da Itália, no vale de Reatina, na noite de Natal de 1223.
São Francisco havia parado ali
provavelmente vindo de Roma, onde em 29 de novembro de 1223 recebeu do Papa Honório III a confirmação de sua Regra. Depois de sua viagem à Terra Santa, olando aquelas cavernas se lembrou especialmente da paisagem de Belém. E é possível que o Poverello tenha ficado impressionado, em Roma, na Basílica de Santa Maria Maggiore, pelos mosaicos com a representação do nascimento de Jesus, mesmo ao lado do local onde, segundo uma antiga tradição, foram guardadas as tábuas da antiga manjedoura (In: “
Admirabile signum”, Carta Apostólica do Papa Francisco, 2019).
A história desta tradição popular, difundida no mundo católico todo, revela muitas outras surpresas. Em 1534 San Cajetan de Thiene chegou à cidade de Nápoles, e já havia demonstrado grande amor e dedicação pelo presépio na Basílica de Santa Maria Maggiore em Roma. São Gaetano de Thiene é considerado o "inventor" do presépio napolitano, pois foi ele que deu início à tradição de preparar o Presépio nas igrejas e nas residências, por ocasião do Santo Natal.
Existem notáveis Presépios artísticos napolitanos, mas um dos mais importantes está preservado na Reggia da cidade de Caserta. Remonta ao século 18 e foi encomendado diretamente pelos Bourbons. Trata-se de uma obra de arte inestimável, composta por mais de 1200 figuras. Suas estatuetas são em terracota e forradas com tecidos do antigo Opificio di San Leucio di Caserta.
Essa tradição foi continuada pelos descendentes dos Bourbons, por
D. Fernando II, Rei do Reino das Duas Sicílias, irmão da
imperatriz do Brasil D. Teresa Cristina de Bourbon, esposa de Dom Pedro II, imperador do Brasil. Todo ano, o rei Ferdinando II de Bourbon costumava encontrar uma sala no apartamento real para montar um Presépio que devia ser cada vez maior. O Presépio de 1844 foi memorável: era tão grande, que no Palácio teve que ser encontrada uma sala maior, e foi escolhida a Gran Galleria della Racchetta. O rei quis fortemente que a memória daquele Presépio fosse preservada para as gerações futuras. Portanto, encarregou o pintor Salvatore Fergola, de realizar retratos deste grandioso Presépio, que tinha sido projetado por Giovanni Cobianchi.
Voltando às origens da tradição do Presépio dos Bourbons, a história conta que o primeiro presépio da Reggia di Caserta foi encomendado na segunda metade de 1700, pelo rei Carlo de Bourbon, juntamente com sua esposa D. Maria Amália, princesa da Saxônia. A montagem do primeiro Presépio foi uma atividade da qual participaram não só renomados artistas e artesãos da corte, como também os próprios soberanos. Parece que o próprio rei Carlo, homem religioso e amante das artes, desenhou alguns dos modelos para os pastores, e por vezes os criou ele próprio, talhando-os em cortiça. As princesas da corte, por outro lado, estavam diretamente envolvidas na confecção das roupas dos pastores. Durante o ano, a rainha Maria Amália e suas filhas se dedicaram a bordar e costurar as roupas que os próprios pastores usavam. As estatuetas eram parcialmente feitas de terracota (cabeças, mãos e pés), enquanto o corpo era realizado em estopa e arame. As figuras mais importantes, em terracota pintada, foram criadas por artistas como Bottiglieri, Sanmartino, Mosca, Celebrano, Vassallo, Gori.
Este tipo de Presépio napolitano foi denominado "cortês" e era diferente dos presépios religiosos instalados em igrejas e conventos. Sob a influência das escavações das antigas cidades de Pompéia e Herculano, na época conduzidas e incentivadas pelo próprio soberano, o Presépio se enriqueceu de representações de ruínas de templos greco-romanos, próximas à cabana do Menino Jesus. Além disso, era composto por uma miríade de figuras que representavam o cotidiano da cidade de Nápoles, com seus habitantes e artesãos de todo tipo: sapateiros, ferreiros, alfaiates, seleiros, ferradores empenhados no trabalho diante de seus casebres (chamados em italiano
bassi), vendedores diante das barracas de frutas e verduras, mussarela, ricota, peixes e frutos do mar etc., tudo representado nos mínimos detalhes.
Os personagens estavam vestidos com trajes típicos das várias províncias do Reino. No fundo havia o vulcão fumegante Vesúvio, recantos do interior da região do Vesúvio, com rios ou lagoas, com rebanhos de ovelhas espalhadas que pastavam, gaiteiros, pastores e camponeses que traziam seus presentes ao Menino Jesus. E depois os Reis Magos com a multidão multicolorida de seus seguidores orientais, os chamados de "turques" (
turchi em italiano): sultões, condutores de camelos, condutores de elefantes, tocadores de vários instrumentos, todos com suas vestes orientais brilhantes, e depois macacos e leões.
O Presépio era montado todo ano com uma cenografia diferente, e ficava exposto de 12 de dezembro até 2 de fevereiro, festa da Candelária. A tradição continuou não apenas durante a dinastia dos Bourbons no sul da Itália, mas também após o fim do Reino das Duas Sicílias. Desde 1861, ano da Unificação da península itálica, e até o ano de 1984, de fato, na Reggia di Caserta se continuou realizando todo ano, embora fosse de dimensões menores.
É preciso lembrar que durante anos o Presépio sofreu vários desmembramentos, até que foi reconstruído e restaurado no ano de 1988, graças ao empenho e à tenacidade dos profissionais Enzo Catello e Roberto De Gennaro que se inspiraram exclusivamente nas antigas pinturas de Salvatore Fergola.
Hoje em dia, è possível admirá-lo em sua inteireza e imponência na Sala Elíptica dos Apartamentos Históricos da Reggia di Caserta. Està protegido por paredes de cristal em uma grande caixa, em toda a sua superfície que ocupa 20 metros quadrados, e é visível pelos quatro lados. Restaurado em todas as suas partes, o Presépio està aberto ao público. Suas estatuetas são verdadeiras obras de arte que, com beleza e riqueza de detalhes, mostram a profissionalidade dos artesãos que trabalham levando à frente esta grande tradição napolitana. Desta forma, continua se mantendo um testemunho extraordinário daquela que è a antiga arte do presépio.