Intervista a S.E. Renato Mosca de Souza, Ambasciatore del Brasile in Italia, San Marino e Malta: la Storia ha unito Italia e Brasile
Antonella Rita Roscilli
TESTO IN ITALIANO   (Texto em português)

Nel 2024 si stanno commemorando i 150 Anni della Emigrazione italiana in Brasile. La ricorrenza riveste un alto significato per tutta la comunità italo-brasiliana, per la Storia del Brasile, per la Storia d’Italia, e per l’eredità lasciata dai nostri connazionali italiani nella società brasiliana. In questa occasione, abbiamo voluto ascoltare le opinioni dell’ Ambasciatore del Brasile in Italia, San Marino e Malta, S.E. Renato Mosca de Souza, che ha radici italiane, grazie ai suoi nonni. Ha concesso alla nostra Rivista una intervista che pubblichiamo con molto piacere. 

 
Sig. Ambasciatore, che cosa significa per il Brasile, oggi, festeggiare il 150° Anniversario dell’immigrazione italiana in Brasile?
Il Brasile è un paese multiculturale, la cui società è formata da popolazioni autoctone e migranti. Ricordare l’anniversario dell’immigrazione italiana significa rendere omaggio a tutte le persone che in qualche modo hanno contribuito allo sviluppo socioculturale ed economico del nostro Paese.
Il 21 febbraio 1874, la nave "La Sofia", che era partita da Genova, arrivò nella città di Vitória, nello stato brasiliano di Espírito Santo, con circa 386 italiani a bordo, oriundi del Trentino e del Veneto. Fu l’inizio ufficiale della migrazione di massa degli italiani in Brasile. Dallo sbarco de “La Sofia”, la storia ha unito Brasile e  Italia.
Attualmente, il Brasile ha la più grande comunità di discendenti di italiani nel mondo: circa 35 milioni di italobrasiliani. Questo vincolo ha assunto carattere istituzionale nel 2008, con il riconoscimento, da parte del governo brasiliano, della Giornata dell’Immigrato Italiano, che si celebra il 21 febbraio.
 
Qual è la principale eredità degli emigranti italiani nello sviluppo del Brasile? E che cosa hanno lasciato in materia di esempi e di valori?
L'eredità degli immigrati italiani è evidente nei più svariati segmenti della società brasiliana, dalle arti alle scienze, dall’agricoltura all’industria, dalla gastronomia alla lingua. 
Parole ed espressioni idiomatiche, così come piatti della culinária italiana, sono stati incorporati nella quotidianità brasiliana e oggi sono considerati patrimonio locale. Esempi di forza, resilienza e unione familiare, gli immigrati hanno contribuito alla formazione di intere comunità, influenzando diverse regioni del Brasile.
Nello stato di Rio Grande do Sul, ad esempio, hanno sviluppato il settore vitivinicolo che ha generato imprese i cui prodotti oggi vengono esportati e premiati a livello internazionale. A São Paulo, la presenza italiana è stata determinante nello sviluppo della coltivazione del caffè e nell’industrializzazione brasiliana, stimolata da capitali provenienti dalla caffeicoltura.
Francesco Matarazzo, immigrato italiano da Castellabate, è il fondatore del più grande gruppo imprenditoriale dell’America Latina, composto da circa 350 aziende di diversi settori. Nel campo delle scienze, la física brasiliana è nata dalla collaborazione con ricercatori italiani. Nel contesto dello sforzo per creare l’Università di São Paulo (USP), Gleb Wataghin fu designato da Enrico Fermi per fondare la cattedra di fisica della USP.
 
Stando in Italia, lei avverte che ci sono affinità tra Italia e Brasile? Se sì, quali?
Brasile e Italia condividono forti legami storici, politici, economici e scientifico-culturali. Entrambi i Paesi danno priorità a valori come la difesa del multilateralismo e della democrazia, la tutela dell’ambiente, il rispetto dei diritti umani e la promozione della pace. Tali affinità sono state percorse nell’attuale sforzo per riprendere e riattivare le relazioni bilaterali con l’Italia, tanto care e importanti per il Brasile.
Predomina in Brasile la visione dell’Italia come un Paese fratello, con il quale condividiamo valori sociali e culturali. Le comunità residenti in entrambi i Paesi, in gran parte con doppia cittadinanza, alimentano il vincolo tra i due popoli e generano opportunità, anche sul piano economico e commerciale. L’eccellenza italiana nella gastronomia, nel design e nella moda é ampiamente riconosciuta in Brasile, grazie alla presenza di questo significativo contingente.
 
La storia della sua famiglia è legata direttamente all’immigrazione italiana in Brasile, giacché lei è un italo-discendente. Può raccontarci qualcosa della storia della sua famiglia italiana, com’è stato tornare nei luoghi dove sono nati i suoi antenati e che sentimenti ciò ha suscitato?
Io sono nato a Ribeirão Preto, nell’interno dello stato di São Paulo, una regione che attrasse molti italiani sin dalla fine del XIX secolo, per via della dinâmica produzione di caffè. In questo contesto ci fu l’immigrazione in Brasile, ancora in tenera età, del patriarca della mia famiglia, Salvatore Mosca, molisano della piccola Sant’Angelo del Pesco. In Brasile, imparò il mestiere di falegname e crebbe una famiglia con 13 figli – otto dei quali arrivarono in età adulta, formando un ampio gruppo familiare italo-brasiliano. Come la maggior parte degli immigrati, Salvatore non perse mai il legame con i parenti in Italia, scambiando corrispondenza e rimanengo sempre orgoglioso delle sue radici e della sua cultura. Per me, è una soddisfazione imensa poter rappresentare il Brasile in Italia, la terra dei miei antenati.  
 
Quale potrebbe essere, oggi, un contributo perché possa mantenersi vivo il legame storico e sociale tra l’Italia e i discendenti italiani in Brasile? Ad esempio, ritiene importante “il Turismo delle Radici”, ossia, incentivare i viaggi dei discendenti italiani per conoscere i luoghi di origine dei loro antenati?
La celebrazione del centocinquantesimo anniversario dell’immigrazione italiana in Brasile e la strategia italiana di promozione del "Turismo delle Radici" offrono un’opportunità speciale per stimolare il legame storico-sociale tra Brasile e Italia. Un brasiliano su sei ha un cognome italiano, il che fa del Brasile il primo paese al mondo per numero di oriundi. Il significativo contingente di italo-brasiliani rappresenta un enorme potenziale per attrarre turisti in Italia. Questa comunità, infatti, non solo si identifica con la cultura italiana, ma dimostra anche enorme interesse a recuperare la memoria, la cultura e le tradizioni dei suoi antenati.
Durante la pandemia, la connettività aerea diretta tra Italia e Brasile venne fortemente compromessa. Nel 2023, la ripresa della rotta Roma – Rio de Janeiro dell’Ita Airways ha contribuito a normalizzare questo flusso di passeggeri che è costituito, in gran parte, da brasiliani in viaggio in Europa. È mia convinzione che l’apertura di nuove rotte aeree stimolerà il flusso turístico verso il Brasile, principale destinazione degli italiani in America Latina.
 
Come considera in termini culturali ed economici l’attuale legame tra Italia e Brasile? In che modo si potrebbero rafforzare ulteriormente i già saldi legami di amicizia e cooperazione?
I rapporti culturali tra Brasile e Italia sono consolidati e vivaci. Sono caratterizzati da una notevole spontaneità derivante da uno storico interscambio praticamente in tutte le espressioni artistiche, specialmente nella musica e nelle arti visive. Il Brasile ha una presenza di rilievo nei principali eventi culturali italiani, come le Biennali di Arte e Architettura di Venezia, festival di musica e di cinema ed eventi di settore come la Fiera Internazionale del libro per ragazzi di Bologna.
Nello specifico, nel campo delle arti visive,  l’anno 2024 è stato caratterizzato, in Italia, da una grande visibilità di curatori e artisti brasiliani. Ben accolta dalla critica specializzata, la 60ª Biennale d’Arte di Venezia, curata dal direttore del MASP, Adriano Pedrosa, è storica in quanto è la prima edizione della Biennale con la curatela di un brasiliano.
Sul piano economico, Brasile e Italia mantengono un flusso commerciale significativo. Nel 2023, l’Italia è stato il 13º partner del Brasile nel mondo (quarto in Europa). Il flusso del commercio bilaterale ha raggiunto US$ 9,9 miliardi, con il Brasile consistentemente deficitario dal 2009, ovvero il Brasile acquista più di quanto vende all’Italia. La tendenza al deficit nel commercio bilaterale non è priva di aspetti positivi, poiché stiamo modernizando il nostro parco industriale con l’acquisto di macchinari, attrezzature, tecnologie e prodotti ad alto valore aggiunto italiani.
Ritengo che gli scambi commerciali siano consistenti, ma ancora al di sotto del potenziale di due economie con una dimensione superiore a 2 trilioni di dollari. Ci sono notevoli opportunità di cooperazione tra le rispettive industrie nazionali, con particolare attenzione alle aree di bioeconomia, bioeconomia, decarbonizzazione, transizione e sicurezza energética e filiere agroindustrial sostenibili.
 
In Brasile vi sono studi, vi è una memoria viva dell’esistenza di un legame intenso tra Brasile e Italia, grazie all’emigrazione italiana in Brasile. Lei pensa che, oggi, anche in Italia, da parte della società italiana, vi sia piena conoscenza della storia dell’emigrazione italiana verso il Brasile, o questa dovrebbe essere oggetto di più studio e divulgazione?
La storia dell’emigrazione italiana in Brasile è ancora poco diffusa. In quest’ottica, l’Ambasciata del Brasile a Roma realizza una serie di attività culturali, accademiche e imprenditoriali per celebrare il centocinquantesimo anniversario dell’immigrazione italiana in Brasile.
Il 19 febbraio, abbiamo ospitato la prima del film “Arrivedersi! Per l’eternità...”, di Edoardo Mariani, che ha previsto gli interventi delle professoresse Maria Catarina Chitolina, dell’Università Federale di Santa Maria, ed Helena Trentin, dell’Università Gabriele d’Annunzio. Il 21 febbraio abbiamo ricevuto a Palazzo Pamphilj autorità, personalità e alti dirigenti brasiliani e italiani per una cena comemorativa, evento che ha segnato l’inizio delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario. Nel mese di maggio, l’Ambasciata ha ospitato la consegna del premio “Ciccillo Matarazzo per italiani nel mondo”, che ha reso omaggio all’imprenditore discendente di italiani Rubens Ometto.
A sua volta, incentivare il "Turismo delle Radici" potrà contribuire alla diffusione della cultura brasiliana in Italia, nonché, a mio avviso, a fare sí che gli italiani delle nuove generazioni recuperino i vincoli con i loro parenti ítalo-brasiliani.  




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TEXTO EM PORTUGUÊS   (Testo in italiano)

Entrevista a S.E. Renato Mosca de Souza, Embaixador do Brasil na Itália,  San Marino e Malta: a História uniu Brasil e Itália
por
Antonella Rita Roscilli


                                                   
                                                                     



Em 2024 comemoramos os 150 anos da emigração italiana para o Brasil. O aniversário tem um grande significado para toda a comunidade ítalo-brasileira, para a História do Brasil, para a História da Itália e para o legado deixado pelos emigrantes italianos na sociedade brasileira. Nesta ocasião, quisemos ouvir as opiniões do Embaixador do Brasil na Itália, San Marino e Malta, S.E. Renato Mosca de Souza, que tem raízes italianas, graças aos avós. Ele concedeu a seguinte entrevista à nossa Revista. 

O que significa para o Brasil, hoje em dia, festejar o 150° Aniversário da imigração italiana no Brasil?
O Brasil é um país multicultural, cuja sociedade é formada por povos autóctones e migrantes. Recordar o aniversário da imigração italiana significa homenagear todas as pessoas que de alguma forma contribuíram ao desenvolvimento sociocultural e econômico do nosso país.
Em 21 de fevereiro de 1874, o navio "La Sofia", que partira de Gênova, chegou à cidade de Vitória, no estado brasileiro do Espírito Santo, com cerca de 386 italianos a bordo, oriundos do Trentino e do Vêneto. Foi o início oficial da migração em massa dos italianos para o Brasil. Desde o desembarque do “La Sofia”, a história uniu Brasil e  Itália.
Atualmente, o Brasil tem a maior comunidade de descendentes de italianos do mundo: cerca de 35 milhões de ítalo-brasileiros. Esse vínculo assumiu caráter institucional em 2008, com o reconhecimento, pelo governo brasileiro, do Dia do Imigrante Italiano, comemorado em 21 de fevereiro.
 
Qual é o principal legado dos imigrantes italianos no desenvolvimento do Brasil? E o que deixaram eles em matéria de exemplos e de valores?
O legado dos imigrantes italianos é evidente nos mais diversos segmentos da sociedade brasileira, das artes às ciências, da agricultura à indústria, da gastronomia à língua.
Palavras e expressões idiomáticas, bem como pratos da culinária italiana, foram incorporados à cotidianidade brasileira e hoje são considerados patrimônio local. Exemplos de força, resiliência e união familiar, os imigrantes contribuíram à formação de inteiras comunidades, influenciando diversas regiões do Brasil.
No estado do Rio Grande do Sul, por exemplo, desenvolveram o setor vitivinícola que gerou empresas cujos produtos são hoje exportados e premiados internacionalmente. Em São Paulo, a presença italiana foi determinante ao desenvolvimento do cultivo do café e à industrialização brasileira, impulsionada pelo capital oriundo da cafeicultura.
Francesco Matarazzo, um imigrante italiano de Castellabate, é o fundador do maior grupo empresarial da América Latina, composto por cerca de 350 empresas de diversos ramos. No campo das ciências, a física brasileira nasceu a partir da colaboração com pesquisadores italianos. No contexto do esforço de criação da Universidade de São Paulo (USP), Gleb Wataghin foi designado por Enrico Fermi para fundar a cadeira de física da USP.
 
Estando na Itália, o senhor percebe que existem afinidades entre Itália e Brasil? Se sim, quais?
Brasil e Itália compartilham fortes laços históricos, políticos, econômicos e científico-culturais. Ambos os países dão prioridade a valores como a defesa do multilateralismo e da democracia, a proteção do meio ambiente, o respeito aos direitos humanos e a promoção da paz. Tais afinidades têm sido exploradas no atual esforço de retomada e reativação das relações bilaterais com a Itália, tão caras e importantes ao Brasil.
Predomina no Brasil a visão da Itália como um país irmão, com o qual compartilhamos valores sociais e culturais. As comunidades residentes em ambos os países, em grande parte com dupla cidadania, alimentam o vínculo entre os dois povos e geram oportunidades, inclusive no plano econômico-comercial. A excelência italiana na gastronomia, no design e na moda é amplamente reconhecida no Brasil, graças à presença desse significativo contingente.
 
A história da família do senhor está ligada diretamente à imigração italiana no Brasil, pois é um ítalo-descendente. Pode nos contar um pouquinho da história da sua família italiana, como foi voltar ao lugar onde nasceram seus antepassados e que sentimento despertou isso?
Nasci em Ribeirão Preto, no interior do estado de São Paulo, região que atraiu muitos italianos a partir do final do século XIX, devido à dinâmica produção de café. Nesse contexto deu-se a imigração, ainda em tenra idade, do patriarca da minha família para o Brasil, Salvatore Mosca, molisano da pequena Sant’Angelo del Pesco. No Brasil, aprendeu o ofício de marceneiro, constituiu família de 13 filhos – dos quais oito chegaram à idade adulta, formando uma extensa família ítalo-brasileira. Como a maioria dos imigrantes, Salvatore nunca perdeu o elo com os parentes na Itália, trocando correspondências e mantendo-se sempre orgulhoso de suas raízes e de sua cultura. Para mim, é uma imensa satisfação poder representar o Brasil na Itália, terra dos meus antepassados.
 
Hoje em dia, qual poderia ser uma contribuição para poder se manter vivo o laço sócio-histórico entre a Itália e os ítalo-descendentes no Brasil? Por exemplo, acha importante “o turismo das raízes”, ou seja, incentivar as viagens de ítalo-descendentes para conhecerem os lugares de origem de seus antepassados?
A celebração do sesquicentenário da migração italiana para o Brasil e a estratégia italiana de fomento ao "Turismo de Raízes" oferecem oportunidade singular ao fomento do laço sócio-histórico entre Brasil e Itália. Um em cada seis brasileiros tem sobrenome italiano, o que faz do Brasil o primeiro país em número de oriundi no mundo. O significativo contingente de ítalo-brasileiros representa enorme potencial à atração de turistas para a Itália. Com efeito, essa comunidade não apenas se identifica com a cultura italiana, como demonstra enorme interesse em resgatar a memória, a cultura e as tradições de seus antepassados.
Durante a pandemia, a conectividade aérea direta entre Itália e Brasil foi fortemente afetada. Em 2023, a retomada da rota Roma – Rio da Ita Airways contribuiu para normalizar esse fluxo de passageiros que é constituído, em grande parte, de brasileiros em viagem pela Europa. Tenho convicção de que a abertura de novas rotas aéreas também estimulará o fluxo de turistas para o Brasil, principal destino dos italianos na América Latina.
 
Como considera em termos culturais e econômicos a atual ligação entre Itália e Brasil? De que forma se poderiam ainda reforçar os já sólidos laços de amizade e cooperação?
As relações culturais entre o Brasil e a Itália são alicerçadas e vibrantes. Caracterizam-se por notável espontaneidade proveniente de histórico intercâmbio em praticamente todas as expressões artísticas, particularmente na música e nas artes visuais. O Brasil tem presença de destaque nos principais eventos culturais da Itália, como as Bienais de Arte e Arquitetura de Veneza, festivais de música e de cinema e eventos setoriais como a Feira Internacional do Livro Infantil de Bolonha.
Especificamente no campo das artes visuais, o ano de 2024 tem sido caracterizado, na Itália, por grande visibilidade de curadores e artistas brasileiros. Bem recebida pela crítica especializada, a 60ª Bienal de Arte de Veneza, com curadoria do diretor do MASP, Adriano Pedrosa, é histórica por ser a primeira edição da Bienal com curadoria de um brasileiro.
No plano econômico, Brasil e Itália mantêm significativo fluxo comercial. Em 2023, a Itália foi o 13º parceiro do Brasil no mundo (quarto na Europa). A corrente de comércio bilateral atingiu US$ 9,9 bilhões, sendo o Brasil consistentemente deficitário desde 2009, ou seja, o Brasil compra mais do que vende para a Itália. A tendência de déficit no comércio bilateral não deixa de ter um lado positivo, pois estamos modernizando nosso parque industrial com a compra de máquinas, equipamentos, tecnologias e produtos de alto valor agregado italianos.
Considero que as trocas comerciais robustas, mas ainda  aquém do potencial de duas economias de dimensão de mais de 2 trilhões de dólares. Há expressivas oportunidades de cooperação entre as respectivas indústrias nacionais, com particular atenção às áreas de  bioeconomia, descarbonização, transição e segurança energéticas e cadeias agroindustriais sustentáveis.
 
No Brasil existem estudos, existe memória viva de que houve uma ligação intensa entre Brasil e Itália, através da imigração italiana no Brasil. O senhor acha que, hoje em dia, também na Itália, por parte da sociedade italiana, se tem conhecimento pleno da história da emigração italiana para o Brasil, ou esta deveria ser mais estudada e mais divulgada?
 A história da migração italiana ao Brasil ainda é pouco difundida. Diante disso, a Embaixada do Brasil em Roma tem realizado uma série de atividades culturais, acadêmicas e empresariais para comemorar o sesquicentenário da migração italiana para o Brasil.
Em 19 de fevereiro, hospedamos a pré-estreia do filme “Arrivedersi! Per l’eternità...”, de Edoardo Mariani, que contou com palestras das professoras Maria Catarina Chitolina, da Universidade Federal de Santa Maria, e Helena Trentin, da Universidade Gabriele d’Annunzio. Em 21 de fevereiro, recebemos autoridades, personalidades e altos executivos brasileiros e italianos para jantar comemorativo no Palazzo Pamphilj, evento que marcou o início das celebrações do sesquicentenário. Em maio, a Embaixada sediou a entrega do prêmio “Ciccillo Matarazzo per italiani nel mondo”, que homenageou o empresário descendente de italianos Rubens Ometto.
Por sua vez, o fomento ao "Turismo de Raízes" poderá contribuir à difusão da cultura brasileira na Itália, bem como, em meu entender, fazer com que italianos das novas gerações resgatem vínculos com seus parentes ítalo-brasileiros.
  



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